Bankomat, Il Fatto 23/10/2009;, 23 ottobre 2009
IL FANTASTICO MONDO DELLE POPOLARI
No, non è proprio vero che le banche non sappiano parlare a clienti e azionisti e siano un muro impenetrabile. Almeno le popolari sono diverse ed eccone una prova raccolta nientemeno che nella più grande di esse, il Banco Popolare. Proprio in questi giorni, i suoi azionisti stanno ricevendo una lettera del presidente Carlo Fratta Pasini, co-firmata dal presidente del Consiglio di gestione, Vittorio Coda. Ad aprile i ”signori soci” dovranno - eventualmente - riconfermare alcuni consiglieri della ”l o ro ” banca, compreso Fratta Pasini. Sicché è bene parlarsi con franchezza tutta popolare. Il passaggio più tecnico è quello dove si sottolinea il ritorno all’utile nella semestrale ”dopo che l’esercizio 2008 si era chiuso con una perdita riconducibile in massima parte a rettifiche e accantonamenti straordinari molto ingenti”. Fermiamoci un attimo e riflettiamo. Dobbiamo ricavare da questa splendida circonlocuzione che per i due Signori Presidenti gli accantonamenti su crediti e le perdite su partecipazioni sono ”fatti straordinari” per una banca? Contabilmente è forse così, ma nella sostanza invece no, perché un istituto di credito di mestiere fa proprio quello e le rettifiche ”ingenti” su crediti e partecipazioni sono il segno che quella banca negli anni precedenti ha fatto male il suo mestiere. Non parliamo di attività strane o meteoriti cadute su Verona, Novara e Lodi (le tre capitali dell’i m p e ro Bpi). Parliamo di normale attività c re d i t i z i a . Più avanti, nella lettera presidenziale, si trova un’altra bizzarra rilettura dei fatti bancari e si apprende che l’emissione dei Tremonti bond ”costituisce un ulteriore traguardo positivo raggiunto”. Praticamente è come dicessero che se uno si indebita per mettere una pezza allo scarso capitale è come se vincesse qualcosa e quindi il passaggio allo sportello della ”Caritas” tremontiana si chiama "traguardo". In conclusione la lettera afferma che ”la nostra fiducia non è mai venuta meno”.Ma forse più della fiduciadei presidenti, a essere rilevante è quella dei soci. Però è anche vero che nel meraviglioso mondo del credito popolare tutto va letto un po’ all’incontrario.