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 2009  ottobre 22 Giovedì calendario

«MI HAI LASCIATO? STUPRERO’ LA TUA MIGLIORE AMICA»


Un po’ Fonzie, un po’ Rasputin. Un po’ santone, un po’ gestore unico e incontrastato di un improvvisato stalking di massa, uno comunque capace di lavare l’onta dell’abbandono usando violenza alla migliore amica della ragazza che l’aveva lasciato.
La vita di Carlo Maria Santini -almeno a leggere le carte delle indagini della Squadra Mobile di Ascoli- è tutto questo e forse anche di più, a dispetto dei suoi 19 anni ancora da compiere e a dispetto anche della povera mamma che ieri pomeriggio si sgolava in tv a dire che lei lo crede innocente, che il povero pargolo «si trova a un bivio e deve ritrovare i valori della vita».
Per ora si ritrova con una seconda accusa di violenza sessuale sul groppone, un episodio addirittura precedente a quello che l’ha portato in carcere, databile attorno ai primi di agosto, quando la città era deserta e lui poteva disporre senza dare nemmeno troppo nell’occhio dell’ormai famoso appartamento di via Parini 9.
Ma sono state le indagini di settembre a farlo riaffiorare, e in modo assolutamente rocambolesco. Le indagini partite quando la ragazzina che lui e Enrico Maria Mazzocchi fecero ubriacare e poi violentarono, finì all’ospedale in coma etilico, con la mamma sconvolta perché attraverso il cellulare aveva dovuto sopportare in diretta l’orrore di quel pomeriggio.
Si cominciò a tamburo battente con le intercettazioni e spuntò un padre imbufalito che voleva a ogni costo farsi giustizia da solo. Ce l’aveva a morte con Santini, perché sua figlia l’aveva mollato e lui non voleva rassegnarsi, la tempestava di messaggi e di telefonate minacciose. Venne convocato questo padre in Questura, venne convocata la ragazzina e proprio lei candidamente e con fermezza confermò tutto. E davanti ai poliziotti sbigottiti calò l’asso: «Mi promise che me l’avrebbe fatta pagare con la mia migliore amica. E così ha fatto».
Fu in un lampo che una Volante arrivò a casa della «migliore amica», e anche lei, povera quattordicenne imbottita di Internet, confermò tutto, confermo il film già immaginato, con un pizzico di violenza in più: via Parini, l’appartamento, il solito Santini che stavolta agisce da solo, la immobilizza e ne fa quello che vuole.
Ecco, siamo a due -anche se su questo secondo episodio qualche riscontro va fatto ancora, tanto che la Procura non l’ha voluto far rientrare nell’ordinanza di custodia- e non si sa se è finita. Non si sa dove finiscano le indagini e dove comincino le chiacchiere, perché i quaranta giovanissimi che dovrebbero aver frequentato in questi mesi i festini di Carlo Maria son diventati per qualcuno già quaranta ragazzine ”conquistate”, con le buone maniere o meno, perché Ascoli -città paciosa per antonomasia- già mostra nervi a fior di pelle, altrimenti non sarebbero stati cacciati in malo modo i primi intrepidi cronisti capitati attorno alla casa di una delle due ragazzine.
La vicenda, nei suoi aspetti anche più gravi, continua a corre sul filo di una incredibile modernità. Va molto di moda qui, fra i portici e le splendide piazze, controllare il borsino di Facebook. Gli ”amici” di Carlo Maria Santini, subito dopo l’arresto, erano ancora 631, ieri pomeriggio cento giusti in meno. Quelli del suo compare Enrico Maria Mazzocchi -figlio di un conosciutissimo costruttore ascolano- sono passati da 443 a 399. Ma si tratta di capire dov’è la notizia: che in cento hanno abbandonato uno come Santini o che in 531 gli sono rimasti al fianco?
Ma in Rete c’è dell’altro, come se Ascoli avesse deciso davvero di vivere soltanto wi-fi, altro che olive e palazzi. Sono spuntati ben tre gruppi anti-Santini, per dire come il personaggio stia tristemente lievitando, uno addirittura per la «castrazione chimica» che alle quattro del pomeriggio contava 408 iscritti, un altro «Carlo Maria Santini m...», con 38 aficionados, e il terzo semplicemente «Anti Carlo Maria Santini» con 12 adesioni. A sera sono stati fatti sparire tutti e tre dalla Polizia Informatica, su richiesta dei legali del ragazzo. Le indagini e le battaglie legali oggi si fanno anche così.
Per cercare di immaginare dove stiamo andando, bisogna seguire in qualche modo anche le mosse del sindaco Castelli. L’altro giorno annunciava il blocco dei social network sui computer di scuole e biblioteche, proponendo alle famiglie di usare, gratis, lo stesso speciale filtro che adotterà il Comune. Ieri si è spinto ancora più in là. Vuole organizzare dei corsi di ”alfabetizzazione” per soli genitori. Che imparino a usare Internet -è questo il messaggio- altrimenti sono spacciati.