Riccardo Staglianò, la Repubblica 22/10/2009, 22 ottobre 2009
«ERA SOLO UNA PROVOCAZIONE». IL COMPAGNO RAUL SI DIFENDE
Adesso che tutta internet brucia, Alberto Raul M, il «compagno Raul», ci prova con un bicchiere d´acqua: «Era una trollata». Lo dice via chat e manda anche il link per decifrare il gergo smanettone: «Una provocazione», in cui sarebbe caduta la procura di Roma, che ha aperto un´indagine («minacce gravi») e il ministro della giustizia Angelino Alfano («chi inneggia all´odio commette un reato penale»). La verità è che non c´è niente da ridere nel gruppo «Uccidere Berlusconi» che su Facebook ha oltre 13 mila iscritti. Qualcuno l´aveva creato nel settembre 2008 ma poi l´aveva lasciato al suo destino. Poi il 12 ottobre subentra lui, che al posto della sua foto ha messo quella di Renato Curcio, fondatore delle Br. Scrive: «Prendo la direzione del gruppo abbandonato dalla precedente amministrazione. Non potendo cambiarne il nome. Dichiaro questo gruppo di "affermazioni bizzarre". Personalmente non voglio uccidere realmente nessuno, non voglio incitare nessuno a violare la legge. Farò in modo di rimuovere i messaggi violenti e che comunque mi dissocio da tutte le affermazioni che costituiscano reato in un gruppo che non ho neppure creato». Epperò la pagina su Facebook si riempie di dichiarazioni. Un sacco di gente prende le distanze, molti altri no. Persone con nome e cognome che dichiarano: «Silvio farai la fine di Kennedy, dormi preoccupato», «devi morire, devi morire, devi morire, bastardo, figlio di puttana».
Alberto non vuole rispondere a domande personali. Nella sua mini nota biografica sul celebre social network si scopre che è «impegnato con Francesca Violaprugna», gli piacciono le donne, «orientamento politico: Brigate Rosse Partito Comunista Combattente», «orientamento religioso: canteista». A sorpresa, la sua sigla viene fuori varie volte in pagine neo-fasciste. Ha postato video nostalgici in pagine incorniciate dalla faccia del Duce. Sembra proprio che abbia a che fare con Verbania, sul lago Maggiore, alle cui elezioni amministrative ha appoggiato Gianluca Padovan, il candidato dell´associazione di destra radicale Casa Pound. Che contattato, assicura di non conoscerlo. Però, «deve essere di queste parti». Uno strano mix, questo «compagno Raul», un ircocervo con gambe nere e testa rossa, all´apparenza. Molto appassionato anche di un prete, tal don Giorgio deCapitani.
Il senso del gruppo lo riassume così: «Una risata vi seppellirà tutti» e «Rivendico il diritto alla cazzata». Sembra non capire le conseguenze di questa che presenta come una goliardata. Accettando questo abbozzo di intervista aveva scherzato sul fatto che poteva farla solo via chat perché così la Cia non poteva beccarlo. E si era felicitato del boom di iscritti, ringraziando chi «gli ha fatto una gran pubblicità». Ora anche la polizia postale monitora la pagina ma dal momento che i server di Facebook sono negli Stati Uniti servirebbe una rogatoria internazionale per una vera indagine. L´ultima sua dichiarazione è un appello al premier: «Silvio, se sei uguale a noi spiega e documenta tutto il tuo passato in un contraddittorio con gli italiani. Spiega la provenienza del tuo denaro. Non è la magistratura militante che ti ha preso in odio ma è tutto quello che c´è di buio nel tuo passato che inquieta i magistrati e molti italiani pensanti». Lo pensa davvero o è l´ennesima «trollata»?
(Ha collaborato
Carmine Saviano)