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 2009  ottobre 20 Martedì calendario

Sky, offensiva sul digitale terrestre- Chiavetta per vedere i canali in chiaro. E in Rai si scatena la polemica MILANO – La replica all’au­mento dell’Iva (decisa dal go­verno Berlusconi) dal 10 al 20 per cento per gli abbonamenti Sky è stata la campagna acqui­sti che ha portato Fiorello alla pay tv (ma anche Mike Bon­giorno e Celentano)

Sky, offensiva sul digitale terrestre- Chiavetta per vedere i canali in chiaro. E in Rai si scatena la polemica MILANO – La replica all’au­mento dell’Iva (decisa dal go­verno Berlusconi) dal 10 al 20 per cento per gli abbonamenti Sky è stata la campagna acqui­sti che ha portato Fiorello alla pay tv (ma anche Mike Bon­giorno e Celentano). La con­troffensiva alla rinuncia alla piattaforma satellitare da par­te della Rai (che ha fatto emi­grare i canali RaiSat sul digita­le) ha spinto Sky a lanciare la Digital Key, una chiavetta Usb che, collegata al decoder Sky, permette di accedere a tutta l’offerta gratuita in chiaro del digitale terrestre. Il botta e ri­sposta tra i colossi della tv con­tinua: da una parte l’asse Rai-Mediaset (in odore di con­flitto di interessi, e infatti si scatenano subito le polemi­che), dall’altra la pay tv di Ru­pert Murdoch. L’ultima iniziativa – la più aggressiva contro la concorren­za in pacchetto che prevede an­che l’incremento da 16 a 30 dei suoi canali in Hd entro il 2010 – parte a dicembre quando Sky metterà a disposizione (co­sto sotto i 20 euro) la Digital Key con funzione di sintonizza­tore tv digitale terrestre: colle­gata al decoder Sky Hd o My Sky Hd, consentirà di accedere a tutti i canali in chiaro dispo­nibili sul digitale terrestre. La chiavetta integrerà nella Guida Tv Sky la programmazione dei canali dtt consentendo di fare zapping su tutta l’offerta digita­le in chiaro senza cambiare te­lecomando. E farà felici molti utenti permettendo loro di ag­girare il criptaggio che la Rai da qualche tempo mette spes­so qua e là in pratica, colpen­do eventi sportivi (come la Super­coppa tra Inter e Lazio, per cita­re uno dei primi ca­si, o il Gran Premio di Formula 1, per ricordare l’ulti­mo) ma anche vecchi telefilm («La signora in giallo»). «Peccato. ancora troppo poco – commenta Giancarlo Leone, vicedirettore generale Rai con delega al digitale terre­stre ”. Si tratta di un’acuta operazione di marketing. L’uni­ca vera soluzione per consenti­re a tutti di fruire integralmen­te e con qualità di visione del­­l’offerta digitale terrestre, free o pay che sia, e viceversa, è il decoder unico. Ma l’unico gruppo che non mette a dispo­sizione dei costruttori di deco­der le specifiche tecniche per realizzarlo è proprio Sky. Gli entusiasmi declamatori mal si sposano con la realtà dei fat­ti » . Mediaset non rilascia dichia­razioni ufficiali, ma il ragiona­mento che filtra da Cologno Monzese è lo stesso: «Un’ope­razione di immagine più che di sostanza». Altre considera­zioni: dallo scorso maggio i ne­gozi vendono solo televisori con decoder integrati, dunque il vantaggio in più della chia­vetta è solo quello di consenti­re di gestire tutto con un tele­comando anziché due. Leone torna a spiegare per quale motivo Viale Mazzini ha rifiutato l’offerta di Sky da 350 milioni per 7 anni come mini­mo garantito per l’intero pac­chetto Rai: «A fronte di una proposta incongrua, abbiamo preferito puntare sulla raccol­ta pubblicitaria. Già adesso nel­le aree all digital (quelle cioè che sono passate al digitale ter­restre: Sardegna, Valle d’Aosta e Piemonte occidentale, ndr ) i nove canali tematici raccolgo­no quattro punti di share. Som­mando questo risultato con i tre canali generalisti (Raiuno, Raidue, Raitre) ci portano un punto e mezzo di share in più rispetto alle aree in cui lo switch off (il passaggio com­pleto dalla tv analogica a quel­la digitale, ndr ) non è avvenu­to. Il saldo è dunque positivo». Ecco perché Sipra e Publita­lia (rispettivamente concessio­naria per la pubblicità sulla Rai e Mediaset) non sembrano preoccupate dall’iniziativa. An­zi, allargando le possibilità di ascolto in chiaro – dicono ”, aumentano le possibilità di in­troiti. Discorso però che vale soprattutto per la Rai, perché il saldo di Mediaset – che pe­rò punta molto sul digitale ter­restre a pagamento – nelle aree all digital è leggermente negativo.