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 2009  ottobre 20 Martedì calendario

«Wikipedia resterà senza pubblicità»- MILANO – Il futuro: «Non stiamo prendendo in conside­razione l’ipotesi di mettere la pubblicità»

«Wikipedia resterà senza pubblicità»- MILANO – Il futuro: «Non stiamo prendendo in conside­razione l’ipotesi di mettere la pubblicità». Il budget: «Man­tenere Wikipedia costa sette milioni di dollari l’anno. Più avanti ne prevediamo dieci milioni». Le parole chiave, in ordine sparso: «Passione, di­vertimento, trasparenza e de­mocrazia ». L’obbligo: «La neutralità: non ci possiamo mai schierare né da una parte né dall’altra. Diamo le notizie citando la fonte. Se è avvenu­to uno scontro che riguarda israeliani e palestinesi, nessu­no può mai dire che hanno ra­gione gli uni o gli altri». Risponde allegramente Jim­my Wales, fondatore della li­bera enciclopedia online , da­vanti ai lettori del Corriere della Sera , ieri in Sala Buzzati a Milano. Senza sottrarsi a nessuna domanda. diventa­to ricco? «In realtà no, ma me la cavo, grazie». Esiste un fil­tro preventivo su Wikipedia per evitare errori? «No, è diffi­cile trovare un software che rileva la stupidità». Qualcuno però potrebbe scrivere Marga­ret Thatcher nuda su Play­boy. «Beh sì, ma un minuto dopo la voce verrebbe corret­ta e l’autore bloccato e cancel­lato ». La democrazia ai tempi di Internet non può prescindere dall’informazione digitale. Ed è di questo che parla Wales in­calzato dal vicedirettore del Corriere Daniele Manca e dal­l’inviato ed editorialista Gian Antonio Stella. «Avete idea del danno economico arreca­to all’Enciclopedia Britanni­ca, alla Larousse e alle altre?», chiede Stella. «Ehm sì! Però non è che ci querelano, maga­ri si lamentano...», chiosa il «papà» di Wikipedia. «Il pro­blema è che le grandi enciclo­pedie tradizionali non si so­no adattate alla Rete. Ma noi non ragioniamo su questo. Thomas Edison non ha pensa­to al danno che avrebbe fatto ai produttori di lampade a gas. E noi non ci incontriamo ogni tre mesi per verificare se le vendite della Britannica so­no calate o meno». Su un punto, Wales, è fer­mo. «Wikipedia non è un ar­chivio, non è un social network, non è una bibliote­ca, non è YouTube. Non è nul­la di più di un compendio del sapere umano in continua espansione al quale contribui­scono migliaia di persone ani­mate da una grande passio­ne ». Tre milioni di voci sol­tanto nella versione inglese, oltre cinquecentomila in quel­la tedesca, francese, polacca, giapponese, italiana, spagno­la e portoghese. Viene accor­data una sorta di precedenza a chi ha più titoli, al professo­re davanti al meccanico? «I professori meritano il massi­mo rispetto. Però sono anche quelli più rigidi, che poi non vogliono più modificare di una virgola il loro intervento. I nostri collaboratori sono esperti, talvolta ossessionati da un tema, ma soprattutto si divertono. Tutta la comunità vigila sui testi. Chi cancella qualcosa viene interrogato, c’è una grande trasparenza su come lavoriamo». E alle accu­se di superficialità e relativi­smo cosa rispondete? «Sta al pubblico decidere».