Questo sito utilizza cookies tecnici (propri e di terze parti) come anche cookie di profilazione (di terze parti) sia per proprie necessità funzionali, sia per inviarti messaggi pubblicitari in linea con tue preferenze. Per saperne di più o per negare il consenso all'uso dei cookie di profilazione clicca qui. Scorrendo questa pagina, cliccando su un link o proseguendo la navigazione in altra maniera, acconsenti all'uso dei cookie Ok, accetto

 2009  ottobre 20 Martedì calendario

La riscossa di Microsoft (senza Gates)- L’azienda, schiacciata da Google e Apple, punta tutto sul nuovo Windows 7 NEW YORK – La fine di un incubo

La riscossa di Microsoft (senza Gates)- L’azienda, schiacciata da Google e Apple, punta tutto sul nuovo Windows 7 NEW YORK – La fine di un incubo. E, forse, l’inizio di una parziale riscossa. Quella di dopodomani, il giorno del lancio del programma operati­vo «Windows 7», potrebbe es­sere una data-spartiacque per Microsoft: una società che, do­po essere stata negli anni ”90 un «quasi-monopolio», l’azienda più innovativa, più ricca, più invidiata (e anche più odiata) del mondo, nell’ul­timo decennio ha smesso di brillare. Ha perso il suo ruolo di avanguardia tecnologica ed è stata costretta a insegui­re vecchi e nuovi protagonisti del mercato, soprattutto Goo­gle ed Apple. Perché, allora, la commer­cializzazione di «Windows 7» – un semplice aggiornamen­to dei programmi operativi precedenti, peraltro già testa­to da otto milioni di utenti-pi­lota sparsi in tutto il mondo – dovrebbe avere tanta rile­vanza? In primo luogo perché in questo modo Steve Ballmer – il manager che da dieci an­ni guida il gruppo, prima af­fiancato da Bill Gates, ora in piena solitudine – riesce fi­nalmente a esorcizzare quello che molti analisti hanno chia­mato il «demone di Vista»: l’ambizioso programma ope­rativo per computer lanciato tre anni fa che non ha mai ben funzionato e che si è rive­lato il più grave insuccesso della storia di Microsoft. Un insuccesso non solo economi­co, ma anche strategico. Pro­prio quando Google si accin­ge ad attaccare Microsoft an­che sul suo terreno, lancian­do un sistema operativo scari­cabile gratis da Internet, la so­cietà di Redmond rischiava, infatti, di essere vulnerabilis­sima col suo sistema operati­vo non solo a pagamento, ma anche poco affidabile e ma­neggevole. E inadatto a un mercato che va verso i termi­nale «leggeri» (smartphone e notebook). Indietro rispetto ai concor­renti negli altri settori – dal­la ricerca su Internet domina­ta da Google ai cellulari e gli iPod dove la parte del leone la fa la Apple di Steve Jobs – Mi­crosoft rischiava di ritrovarsi con un incendio in casa: l’at­tacco di Google a quei sistemi operativi che sono tuttora la principale fonte di fatturato e reddito del gruppo fondato da Gates, l’unico settore nel quale la società continua a controllare oltre il 90 per cen­to del mercato. Con «Windows 7» – che, secondo gli esperti, funziona molto meglio di «Vista», ha costi ridotti, assorbe meno po­tenza di calcolo ed è più vici­no alla filosofia del futuro, quella del «cloud computing» – Microsoft può chiudere le falle che si erano aperte nel suo scafo. E, recuperata la sua capacità di «tenere il mare», la nave di Redmond può an­che pensare alla controffensi­va. Il lancio di «Windows 7» non è un episodio isolato: il 2009 è stato per Microsoft pie­no di iniziative. Prima il batte­simo di Bing, il nuovo motore di ricerca che ha caratteristi­che simili (e in qualche caso perfino superiori) rispetto a quello di Google, che è leader assoluto: una situazione che non verrà certo capovolta, ma Microsoft può recuperare po­sizioni grazie, anche, all’alle­anza con Yahoo!. Il gruppo di Redmond ha poi lanciato un nuovo software per i telefoni­ni e una versione migliorata di «Zune», il suo iPod, fin qui schiacciato da quelli della Ap­ple. Tra un mese, poi, Microsoft sbarcherà anche nel mondo del­la «nuvola» con «Azu­re », la piattaforma per chi, anziché im­magazzinare enormi quantità di dati nel computer, preferisce depositarli nel cielo della rete. Basterà tuto ciò per ridare slancio al­l’azienda attorno alla quale Internet è nato e si è svi­luppato? Microsoft viene da un periodo molto difficile e Google, che potrebbe lanciare il suo sistema operativo «free» in ogni momento, non sta certo a guardare. Nell’ulti­mo anno, dopo l’uscita di sce­na di Gates (ormai filantropo a tempo pieno) e complice la «grande recessione», il gigan­te del software ha dovuto regi­strare due «prime assolute»: il primo calo di fatturato della sua storia (da 60 a 58 miliardi di dollari) e il primo taglio di personale (5.000 dipendenti in meno). Ballmer, il 53enne che gui­da l’azienda da dieci anni, sta usando tutta la sua grinta di mastino per spingere l’azien­da alla riscossa. Ma sono il re­sponsabile della ricerca Craig Mundie e soprattutto Ray Oz­zie, eredi di Gates nel ruolo di capo dell’architettura del sof­tware, i responsabili della «nuova Microsoft». Ma nem­meno loro sono ragazzini. Riconquistare la leadership tecnologica sarà assai diffici­le, forse impossibile: Micro­soft non è più, come negli an­ni ”90, l’azienda che «inventa il futuro». Oggi quel ruolo lo hanno altri, soprattutto Goo­gle. Se il futuro è il «cloud computing», la leadership del­l’azienda fondata 11 anni fa proprio «tra nuvole» da Larry Page e Sergey Brin è difficile da scalfire. Ma Microsoft, col suo enorme giacimento di in­gegneri e «computer scienti­sts » e un patrimonio quasi inesauribile (34 miliardi di dollari di liquidità) può riusci­re a colmare i gap che ogni volta si creano e a sviluppare prodotti redditizi. Mantenen­do una massa critica rilevante in tutti i settori che offrono prospettive di crescita.