W. R., Il Sole-24 Ore 20/10/2009;, 20 ottobre 2009
QUANDO LE BRUTTE NOTIZIE CONTANO ZERO
Se una brutta notizia, come quella venuta ieri dai costruttori di case, fa scendere l’S&P500 dello 0,09%, e solo per un minuto perché poi la borsa è salita ancora più in alto, significa che s’è passata la soglia che divide l’ottimismo dall’euforia.
L’indice Nabh è sceso a 18, contro il 19 di settembre e il 20 atteso, segnalando che la «fragile ripresa del mercato immobiliare potrebbe deragliare» (parole degli stessi costruttori) se il governo non dovesse prorogare gli incentivi fiscali per l’acquisto di una nuova casa. Insomma, senza soldi pubblici le cose non ripartono. E questo lancia un’ombra inquietante sui metodi, i tempi e la necessità stessa dell’exit strategy della Fed. Coni mercati finanziari (quelli delle materie prime in testa) drogati dal denaro facile e a costo zero, l’ottimismo è diventato straripante. Secondo la misurazione di «Investors Intelligence», i rialzisti sono il doppio dei ribassisti; secondo American Association of Individual Investors, i fautori del Toro sono il 47% (dal 35% della precedente settimana) contro il 34% dei pessimisti.