Alberto Negri, Il Sole-24 Ore 20/10/2009;, 20 ottobre 2009
DA CORPO D’LITE A HOLDING DEGLI AFFARI - «
una buona idea- disse Khomeini - adesso che la rivoluzione è riuscita, i suoi nemici tenteranno di fare un colpo di stato utilizzando le forze armate come in Cile». Fu così che nella primavera del 1979 l’Imam approvò la fondazione delle guardie della rivoluzione, i pasdaran, con l’obiettivo di controbilanciare l’esercito ereditato dallo shah, ritenuto non affidabile per la sopravvivenza della repubblica islamica. L’anima dei pasdaran, che diventò anche ministro della Difesa, si chiamava Mustafa Chamran, ex ingegnere della Nasa e dei Laboratori Bell. Occhiali da intellettuale, il berretto calato sulla fronte, la barba ispida e un kalashnikov in pugno: questa è la sua ultima immagine prima di venire ucciso al fronte, nell’81, da una granata irachena.
La foto di Chamran è ben in vista dietro la scrivania del nuovo generale dei pasdaran, Mohammad Ali Jafari, il successore di Rahim Safavi, che oltre a comandare migliaia di uominiè il capo di un’organizzazione militare ed economica tra le più ricche del mondo. Le guardie non soltanto controllano la parte più sofisticata, missilistica e nucleare, dell’industria bellica ma sono una corporation estesa in tutti i settori. Appartiene a loro la Fondazione degli oppressi, la più ramificata istituzione del welfare state iraniano, la maggiore holding non petrolifera del Medio Oriente, con un giro d’affari stimato almeno 12 miliardi di dollari, 200mila dipendenti, 400mila assistiti, 200 società: da qui passano le grandi operee i mega appalti pubblici. l’interfaccia di affari importanti in settori sensibili, come quello delle importazioni dual use, a scopi civili e militari.
I pasdaran dispongono di conti all’estero per decine di miliardi di dollari ed euro: la triangolazione finanziaria TeheranDubai-Vienna è una delle più conosciute dalle imprese europee ma certamente non l’unica,perché le guardie della rivoluzione sono anche partner privilegiati dei russi e soprattutto dei cinesi. Per questo un nutrito gruppo di generali e istituzioni collegate ai pasdaran è finito da tempo nella lista nera degli americani.
La galassia affaristica della Fondazione degli oppressi è ospitata a Teheran, in boulevard Keshavar, in un edificio dei servizi segreti: il capo è Mohammed Forouzandeh, non un manager qualunque ma un ex ministro della Difesa. Come tutti gli alti gradi delle guardie è stato nominato da Ali Khamenei: le Fondazioni sono esentasse e rispondono soltanto alla Guida suprema.
Con l’ascesadell’ex pasdaran Ahmadinejad le Guardie non solo hanno fatto carriera politica come ministri, sottosegretari, deputati, governatori, ma hanno realizzato un take-over senza precedenti dell’economia. L’ultimo colpo grosso un mese fa, quando una loro società, la Etemad Mobin, si è aggiudicata per 8 miliardi di dollari la maggioranza di Iran Telecom, il monopolio delle telecomunicazioni, battendo l’offerta di un consorzio privato.
Ai vertici dei pasdaran nelle ultime settimane ci sono state novità importanti. Pochi giorni prima che Ali Khamenei venisse dato per morto dal blog di un giornalista americano, la Guida suprema - che giovedì scorso è comunque riapparsa a una preghiera comune - ha approvato la ristrutturazione delle Guardie, circa 125mila uomini e alcune migliaia di membri dei corpi di élite come le Brigate al-Qods, i battaglioni Gerusalemme,specializzate in operazione all’estero. Il capo di stato maggiore, Hassan Firouzabadi, ha annunciato che le milizie dei basij sono state integrate nelle forze di terra dei pasdaran, da cui verranno addestrate per i compiti di difesa e ordine pubblico. Khamenei ha pure nominato il nuovo capo dei basij, Mohammed Reza Naghdi, in primo piano nella repressione della protesta, amico del presidente dai tempi in cui negli anni’80 Ahmadinejad venne incorporato nell’unità delle Guardie denominata Ramazan. L’ex capo dei basij, l’hojatoleslam Hussein Taeb, è stato invece messo al comando della divisione spionaggio dei pasdaran, diventata una sorta di ministero parallelo a quello dell’Informazione.
Diversi ufficiali sono stati congedati o accantonati e questo potrebbe avere provocato malumori in una struttura essenziale alla sicurezza. Una cosa però è certa: la teocrazia creata da Khomeini oggi appare più la repubblica dei pasdaran, cioè dei militari, che quella degli ayatollah. Sono loro "gli azionisti di riferimento" di una grande corporation tra spada, affari e Islam.