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 2009  ottobre 20 Martedì calendario

Dyson Freeman

• Crowthorne (Gran Bretagna) 15 dicembre 1923. Fisico. Dell’Advanced Study di Princeton, nel New Jersey, il tempio della scienza dove fa ricerca fin dal 1953 • «[...] è considerato il Grande Vecchio della scienza americana, noto per i suoi storici contributi alla meccanica quantistica, per il suo lavoro come progettista di ordigni bellici e, negli ultimi decenni, per i suoi trattati filosofici e le sue opere di futurologia. un uomo magrissimo, con due occhi mobili e un’espressione ironica, che veste con un’eleganza che denuncia la sua origine britannica. [...]» (Enrico Pedemonte, ”L’espresso” 25/10/2007) • «[...] è una vita che fa parlare di sé. Prima di tutto per la genialità scientifica: sua è l’unificazione dell’elettrodinamica quantistica. un finissimo matematico e ha condiviso studi d’avanguardia nel campo nucleare. Di origine britannica, dopo aver lavorato come analista del British Bomber Command della Raf nella seconda guerra mondiale ed essersi laureato a Cambridge, considerato un prodigio venne accolto come professore alla Cornell University americana nonostante fosse sprovvisto del dottorato. [...] A renderlo popolare hanno contribuito le sue ampie visioni scientifiche, raccontate in numerosi libri. Da qualche anno, però, l’uomo che aveva scritto ”noi viviamo in un pianeta vulnerabile e se non lo preserviamo lo porteremo alla rovina”, ha iniziato a esprimere riserve sulla correttezza delle ricerche dei climatologici e sulle loro conclusioni catastrofiche. Nel suo famoso schietto parlare sostiene forse anche qualche forzatura scientifica. Dichiara, ad esempio, che l’aumento dell’anidride carbonica nell’atmosfera può fertilizzare la terra e favorire la crescita degli alberi. Poi difende l’impiego del carbone, affermando che in Paesi come la Cina ha permesso uno sviluppo altrimenti impossibile. A parte questi aspetti, ciò che non gli si perdona è l’affermazione che ”tutte le storie sul riscaldamento climatico sono ampiamente esagerate”. Detto da lui o si accetta o si rifiuta. ”Il riscaldamento non è globale ma locale”, dice riferendosi al caso dell’Antartide. ”I ricercatori che lavorano con i modelli climatici tendono a sovrastimarli – aggiunge – credono che rappresentino la realtà. Così il riscaldamento climatico è diventato un’ideologia”. E ancora: ”Non possiamo esprimere previsioni fino a che non scopriamo le vere cause, ad esempio dell’innalzarsi dei mari” [...]» (Giovanni Caprara, ”Corriere della Sera” 29/3/2009) • «[...] Ogni secolo può vantare solo una manciata di persone come Freeman Dyson, dotate di un’intelligenza luciferina, una cultura enciclopedica, uno stile magistrale e un carattere provocatorio. Una combinazione esplosiva, che può portare la stessa persona a vincere nel 2000 il premio Templeton per i legami fra scienza e religione, nel 1996 il premio Thomas Lewis per lo scienziato-poeta, nel 1981 il premio Wolf per la fisica, e a mancare nel 1965 il premio Nobel per la stessa materia soltanto perché lo si assegna al massimo a tre persone: lo presero dunque Richard Feynman, Julian Schwinger e Sin-Itiro Tomonaga ma non lui, che a soli ventisei anni aveva dimostrato la cosiddetta quantoelettrodinamica o QED. Queste onorificenze potrebbero far pensare che Dyson sia un teologo, un letterato o un fisico in libera uscita nelle altre due discipline, e invece è un matematico: molto eclettico, naturalmente, all’insegna del motto di Terenzio humani nihil a me alienum, ”nulla di umano mi è alieno”. E questo eclettismo gli ha permesso di pubblicare libri meravigliosi, in ciascuno dei quali risplendono appunto l’intelligenza, la cultura, lo stile e il carattere: dalle discussioni sugli armamenti di Armi e speranza (Bollati Boringhieri, 1984) alle teorie biologiche delle Origini della vita (Bollati Boringhieri, 1987), dalle visioni futuriste di Infinito in ogni direzione (Rizzoli, 1989) alle pagine autobiografiche di Turbare l’universo (Bollati Boringhieri, 1999). [...]» (Piergiorgio Odifreddi, ”la Repubblica” 20/10/2009).