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 2009  ottobre 19 Lunedì calendario

Tre mosse per andare in Rete dribblando Telecom Italia- Il documento messo a punto dalla direzione tecnologie di Rti, la società Mediaset che gestisce piattaforme e contenuti usati dai network del gruppo e che è di fatto il regno di Pier Silvio Berlusconi, definisce una tempistica serrata per lo sviluppo del progetto che passa sotto il nome di Cube

Tre mosse per andare in Rete dribblando Telecom Italia- Il documento messo a punto dalla direzione tecnologie di Rti, la società Mediaset che gestisce piattaforme e contenuti usati dai network del gruppo e che è di fatto il regno di Pier Silvio Berlusconi, definisce una tempistica serrata per lo sviluppo del progetto che passa sotto il nome di Cube. Intanto Mediaset vuole un sistema aperto, flessibile e implementabile che sia in grado di gestire la trasmissione dei contenuti sia verso una visione sui pc domestici (Web Tv) sia verso l’apparecchio televisivo. Per raggiungere questo secondo risultato Mediaset si attende che Accenture le disegni le specifiche tecniche di un settopbox, un decoder, da collegare da una parte alla rete telefonica a banda larga e dall’altra al televisore, con un telecomando che permetta di agire rapidamente sui menù, proprio come il mouse sul pc. I tempi sono quasi immediati. Entro il prossimo dicembre Mediaset vuol già lanciare sul mercato il servizio di Web Tv, ossia far arrivare i contenuti sui Pc. Si potranno vedere uno a scelta dei canali tv di Mediaset Premium e una limitata selezione di contenuti on demand. Potranno accedere a questo servizio tutti gli utenti che lo richiederanno. Entro il marzo 2010 partirà invece Mediaset Premium Web Tv. L’offerta è stavolta riservata ai soli possessori di carte attive dei canali Premium sul digitale terrestre, ai quali verrà garantita un’offerta mista: la catch up tv (ma limitata alle sole 24 ore precedenti per non danneggiare troppo l’offerta lineare via etere), alcuni contenuti gratuiti di base e un catalogo più vasto di video on demand. Infine tra un anno, entro novembre 2010, il passaggio più importante, quello della Web Tv dal pc al televisore. Il nome tecnico è Ottv: sigla che sta per Over the Top Tv, definizione da addetti ai lavori che indica tutta la famiglia di contenuti ad alto valore aggiunto che possono passare sulla rete a banda larga. La differenza rispetto alla Iptv delle telecom è che per accedere gli utenti dovranno solo dotarsi del decoder Mediaset e sarà indipendente dall’operatore telecom o dall’internet provider. Sarà la piattaforma Mediaset stessa che analizzerà il tipo di connessione di ogni utente (e saranno tutti utenti almeno registrati, per cui per ognuno ci saranno informazioni puntuali) e sarà in grado di organizzare una trasmissione in streaming di differente capacità: questo vuol dire che non tutti vedranno le cose nello stesso modo. Chi avrà una connessione migliore potrà vedere i video richiesti dopo qualche minuto. Altri dovranno magari aspettare anche un’ora, ma dovrebbe trattarsi di un processo trasparente, che consentirà agli utenti di organizzarsi. In Mediaset hanno poi le idee chiare anche su un altro fatto: la centralità del televisore è finita. Ci hanno messo un po’ a capirlo, ma adesso sembrano aver appreso bene la lezione: chiedono infatti che la piattaforma sia in grado di distribuire contenuti verso quattro diverse tipologie di terminali. Il pc e il televisore, ovviamente in prima fila, ma poi anche i telefoni cellulari e le consolle per videogiochi e i lettori BluRay, ossia il più avanzato standard della Sony per i dvd di ultimissima generazione (ovviamente connessi in Rete). La piattaforma dovrà poi essere in grado di gestire il flusso di traffico verso tre diverse tipologie di utenti: 1) tutti gli utenti (previa comunque registrazione) ma esclusivamente su pc; 2) i soli Mediaset Premium ma solo sul pc; 3) i soli utenti Mediaset Premium ma sul televisore. I contenuti potranno essere venduti in forma di canale lineare, con la pubblicità, o in forma di video on demand, in questo caso senza pubblicità ma con un costo per prodotto. Si dovranno poter costruire pacchetti a tempo, per esempio 10 ore di visione, oppure tessere gratta e vedi, con un valore a scalare, come le prime carte prepagate per le partite di calcio. Il video on demand potrà prefigurare sia una vendita definitiva del prodotto agli utenti che lo richiederanno, sia un affitto per 24 o 48 ore, dopo di che il diritto di visione scade e il file si cancella.