S. Car., Affari&finanza 19/10/2009, 19 ottobre 2009
Inghilterra, dietro alla Bbc si muove l’intero sistema- «In Gran Bretagna hanno deciso di puntare su una piattaforma aperta a tutti, di creare velocemente uno standard comune per fare sinergie, far crescere rapidamente il mercato e far scendere altrettanto rapidamente i prezzi dei decoder
Inghilterra, dietro alla Bbc si muove l’intero sistema- «In Gran Bretagna hanno deciso di puntare su una piattaforma aperta a tutti, di creare velocemente uno standard comune per fare sinergie, far crescere rapidamente il mercato e far scendere altrettanto rapidamente i prezzi dei decoder. Insomma, hanno deciso di fare sistema. Ci metteranno forse qualche mese in più ma poi la loro potenzialità di crescita è nettamente maggiore». Riccardo Monti è Executive Director di Value Partners, la società di consulenza strategica che a Londra è stata scelta da Bbc Trust per mettere a punto il progetto Canvas (e che tra l’altro sta lavorando in Brasile per pianificare l’organizzazione dei mondiali di calcio del 2014). Canvas è più o meno il corrispettivo del Cube di Mediaset. Anzi, probabilmente ne è il modello, perché di Canvas si parla da quasi un anno. La discussione è stata subito pubblica e da circa dieci mesi, dal dicembre 2008 è nato il consorzio che raggruppa i maggiori soggetti del settore con l’obiettivo di realizzare un progetto condiviso nell’interesse dell’industria, di broadcaster e internet provider e, in ultima analisi, degli stessi utenti. Al consorzio infatti al momento aderiscono Bbc e Bt, i broadcaster privati Itv e Channel 4, la Virgin di Branson e i maggiori internet provider. Il punto di partenza di tutto questo è stato il successo di iPlayer, il servizio con cui la Bbc ha messo in Rete i suoi contenuti in forma di catch up tv, ossia la possibilità di richiedere in un qualsiasi momento uno qualsiasi dei programmi mandati in onda da Bbc nell’ultimo mese. E’ stato un vero e proprio boom: nel giro di appena un anno, tra il gennaio e il dicembre 2008, iPlayer è passata da 11 a 41 milioni di accessi mensili. Ed è stato proprio questo il dato che aveva spinto già a inizio 2008 il governo britannico ad affidare a Francesco Caio il compito di studiare un piano per lo sviluppo dell’infrastruttura di rete a banda larga Appena un po’ più tardi, a dicembre 2008, gli inglesi, abituati a fare sistema, hanno avviato la ricerca di una soluzione condivisa. Il promotore è stato Bbc Trust, ossia l’ente di controllo della Bbc Broadcasting: ha il compito di valutare e approvare ogni nuovo progetto, verificando che non danneggi il mercato e che sia realizzato nell’interesse dei ”tax payer’, dei cittadini e utenti che pagano le tasse e anche un canone che, per inciso, è il doppio di quello italiano (ma Bbc non ha pubblicità). Ma come si arriva a concepire l’idea di una piattaforma di distribuzione di video su internet come Canvas? «Tutto nasce da una considerazione precisa, che porta a un giudizio pessimistico sullo sviluppo della Iptv spiega ancora Monti La Iptv è una piattaforma chiusa che necessita di grandi investimenti in infrastruttura a monte del lancio del servizio. Come dimostrano i casi di Fastweb o di Virgin Media, la Iptv può offrire un servizio di ottima qualità ma deve fare i conti con una copertura limitata: la qualità della rete e dell’infrastruttura di cui ha bisogno sono un problema. E’ per questo che il suo tasso di penetrazione è in generale molto basso, sul 23%. Canvas risponde in sostanza a un quesito semplice: si è toccato con mano che i servizi di catch up tv incontrano molto rapidamente il favore degli utenti. E se si riuscisse a portarla dai pc ai televisori si accelererebbe rapidamente al sua penetrazione. Serve in sostanza un sistema per distribuire video on demand agli utenti attraverso tutte le piattaforme, con la possibilità di partire senza grandi investimenti infrastrutturali. Si può partire con un investimento contenuto e si "scala" al crescere della domanda». Se i tempi verranno rispettati entro metà del 2010 dovranno essere lanciati sul mercato britannico i primi settopbox "Canvas". Gestiranno sia il segnale della tv via etere digitale terrestre che la banda larga su rete telefonica e porteranno sui televisori catch up tv e video on demand da tutti i broadcaster che aderiranno: ossia tutti, da Bbc a Branson. In questa prima fase le telecom non sono coinvolte, o almeno non direttamente: «Bt è presente in quanto internet provider spiega Riccardo Monti e non in quanto proprietario dei cavi. La piattaforma Canvas funzionerà infatti come la normale internet, con il sistema del ”best effort’: i bit cercheranno la miglior combinazione di snodi possibile. Ma è ovvio che questo provocherà aumento di traffico, ulteriore domanda di banda e, in ultima analisi spingerà le telecom a effettuare ulteriori investimenti in infrastruttura. Il vantaggio è che si potrà procedere per gradi, in base alla domanda effettiva. E le telecom hanno la garanzia costituita da un progetto di sistema. Insomma, non sarà impossibile trovare soluzioni condivise».