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 2009  ottobre 19 Lunedì calendario

L’UOMO METTE I TACCHI PER COLPA DEI FRANCESI


AVEVAMO APPENA REGISTRATO LA SCOMPARSA – momentanea, naturalmente, perché nella moda tutto è ciclico – dei tacchi vertiginosi, quando ecco che i perigliosi suffissi ce li rivediamo spuntare, inaspettatamente, sui talloni dei signori uomini. Non parliamo certo dei rialzi infingardi di cinque o più centimetri sdoganati da certe sneakers di gran successo e da scarpe artigianali che risolvono l’insicurezza della statura mini schivando il rischio dell’effetto femminiello. Non parliamo nemmeno dei terribili cuban heel, i tacchi da stivale popolari tra gigolò e spacciatori di provincia.
No, qui parliamo proprio di tacchi: dai nove centimetri in su, a stiletto o belli grossi, vista quanto mai bizzarra, lontano dalle tangenziali, su un piede over42. Com’è possibile? La colpa è tutta dei cugini francesi, ed è antica almeno quanto il Re Sole, che di tacchi, trine e gale andava giù duro. Ma quelli erano altri tempi, precedenti la rivoluzione borghese che tolse all’uomo piume di pavone, cipria e rossetto, per dargli l’abito scuro. Tant’è, a Parigi, a qualche secolo di distanza dai fasti di Versailles, di tacchi alti se ne sono visti parecchi, all’ultima tornata di sfilate, con effetti variabili dal perfetto all’esilarante. Prince, redivivo e minuscolo, li sceglie rosso fuoco e di raso, in nuance col completo, mentre lo stilista Rick Owens, tenebroso e muscoloso, li preferisce massicci, su anfibi militari, e Karl Lagerfeld lineari, da dandy urbano. Quest’ultimo, che quanto ad antenne batte tutti, nell’ultimo numero di Purple Fashion, bibbia branchè, ha addirittura fotografato lo scultoreo Baptiste Giabiconi in vari stadi di svestimento, ma sempre con décolleté ai piedi.
In nessun caso l’effetto è femmineo. Anzi, l’esatto contrario, e la rivoluzione è tutta lì. Del resto, oggi i confini tra i sessi sono labili, e la mascolinità è più un fatto di atteggiamento che di paludamento. A scanso d’equivoci, però, sconsiglieremmo per ora l’opzione al fidanzato in visita dai genitori di lei, e al banchiere al colloquio di lavoro. Certe rivoluzioni è meglio che decantino un po’, perché magari son solo fuochi di paglia. O no?