Alberto Statera, Affari&finanza 19/10/2009, 19 ottobre 2009
Veneto, la governatrice in pectore testimonial della polenta- Pare proprio che nessuna missione umanitaria riuscirà ormai a salvare il soldato Galan, che comunque intende vendere cara la pelle
Veneto, la governatrice in pectore testimonial della polenta- Pare proprio che nessuna missione umanitaria riuscirà ormai a salvare il soldato Galan, che comunque intende vendere cara la pelle. Nonostante le smentite, lo sa lui stesso da quando la settimana scorsa a palazzo Grazioli il premier gli ha fatto capire che, avvicinandosi il DDay per la scelta dei candidati alle presidenze regionali del marzo prossimo, la "golden share" della Lega Nord sul governo viene giocata da Umberto Bossi con determinazione padana inarrestabile. Persino con un "piano B", rispetto a quello originario, che prevedeva di mettere in campo nel Veneto il ministro dell’Agricoltura Luca Zaia o il sindaco di Verona Flavio Tosi. Ormai famosissimi per le diuturne comparsate televisive, il senatùr non li ama più tanto, come tutti quelli che minacciano di offuscare il suo esclusivo carisma. Adesso sembra preferire, per opporla a Giancarlo Galan, una signora di buona borghesia veronese, proveniente da una famiglia di medici e farmacisti. Neanche cinquantenne, bionda, profilo chic, tacco da dieci, teorizzatrice del fatto che i leghisti non devono essere per forza buzzurri, la signora si chiama Francesca Martini. Leghista di fede totale al Capo già da quando era una splendida trentenne, Bossi la premiò con il sottosegretariato del Welfare alla Sanità, ruolo nel quale la signora si è segnalata per immaginifico attivismo. Ha promosso l’"anagrafe" delle tette al silicone, anche per preservare le ingenue giovinette da prematuri interventi sugli strumenti della maternità; ha promosso la "cucina padana" magnificando la sana polenta e affossando i "pericolosissimi" ristoranti cinesi che purtroppo dilagano nella Padania felix; ha stigmatizzato le pessime abitudini alimentari sull’«Isola dei famosi» e vietato i massaggi (cinesi) in spiaggia, che possono provocare infezioni. Ma, soprattutto, ha finalmente consegnato un’anima ai nostri amici quadrupedi: «Un tempo ha dichiarato in un’intervista si diceva che le donne non avessero un’anima. Un giorno apparirà evidente che anche i cani hanno un’anima». Benemerita, ha stabilito che «non esistono razze canine pericolose», sfidando il verbo del suo viceviceleader Roberto Calderoli, il quale, se pur non si è mai espresso esplicitamente per le razze canina, è convinto che tra quelle degli uomini ce ne siano invece alcune «con una maggiore propensione a delinquere». «Ma non i cani», ha coraggiosamente scolpito la sottosegretaria. Francesca ha un animo buono e sa vivere. Quando prese il posto di Tosi come assessore alla Sanità del Veneto, assunse a capo della sua segreteria la moglie del predecessore, appassionato di tigrotti, come quello che una volta condusse in consiglio comunale e di pesci larvivori, che ha suggerito da sindaco ai suoi concittadini di «introdurre nelle piccole fontane ornamentali» contro le zanzaretigre. Pare dunque che la Francesca sia così entrata nella hitparade dei candidati al governatorato veneto. Ciò che ci induce, nostro malgrado, a un appello: «Presidente Berlusconi, per favore, salvi il soldato Galan!»