Anna Zafesova, La stampa 19/10/2009, 19 ottobre 2009
PAKISTAN, 100MILA IN FUGA DALLA GUERRA
Almeno 60 militanti islamisti sono stati uccisi nel corso dell’offensiva militare di terra lanciata sabato dall’esercito del Pakistan contro i santuari dei talebani alleati con Al Qaeda nel Sud Waziristan, regione al confine con l’Afghanistan. Lo annuncia una nota dei militari di Islamabad, precisando che nei combattimenti in corso per l’operazione «Rah-e-Nijat» (sentiero della salvezza) che vede impegnati circa 30 mila uomini - coadiuvati da forze aeree, corpi di frontiera e volontari delle tribù dell’area riuniti in piccoli gruppi filo-governativi - almeno cinque soldati hanno perso la vita e altri undici sono rimasti feriti.
Nel corso dei primi scontri nel distretto montagnoso le truppe pachistane hanno incontrato una agguerrita resistenza. L’offensiva viene condotta senza risparmiare uomini e mezzi e ieri l’esercito pachistano ha martellato le posizioni della guerriglia islamica nelle aree tribali con l’artiglieria pesante. Nel secondo giorno dell’offensiva militare terrestre i talebani - che, secondo le stime di Islamabad, sarebbero almeno 15 mila nella regione - hanno risposto aprendo il fuoco contro le truppe di terra e contro gli elicotteri dei militari. L’esercito è riuscito a conquistare il villaggio di Spinkai Raghzai e a mettere in funzione un posto di blocco nei pressi di Kotkai, la città della quale è originario il nuovo capo dei talebani pachistani, Hakimullah Mehsud. Un coprifuoco illimitato è stato imposto in alcuni settori del Waziristan del Sud.
Nonostante le limitazioni al movimento delle persone volute dai militari, è in corso un grandioso esodo dai villaggi della zona tribale. Oltre 100 mila civili sono già fuggiti dalla zona dei combattimenti, mentre secondo fonti militari il Sud Waziristan potrebbe venire abbandonato nei prossimi giorni da circa 250 mila persone. I profughi si stanno concentrando nei vicini distretti di Tank e Dera Ismail Khan. Le cifre sono state confermate anche dall’Alto commissariato dell’Onu per i rifugiati (Hcr). «Oltre 80 mila persone aveva già lasciato il Waziristan prima dell’ultima offensiva - ha detto il colonnello Wasim Shahid - e la gente continua a fuggire dalla zona; solo negli ultimi due giorni si sono allontanate dall’area altre 22 mila persone. Calcoliamo che altre 100 mila persone potrebbero mettersi in fuga».
Dopo tre campagne militari infruttuose, dal 2001 ad oggi, l’esercito pachistano, incalzato dagli Stati Uniti, ha lanciato ieri una pesante offensiva terrestre con 30mila uomini, preceduta da settimane di bombardamenti per preparare il campo. Un’analoga offensiva era stata lanciata con successo due mesi fa nella valle dello Swat, altra regione tribale diventata roccaforte talebana. Washington ha fatto pressioni negli ultimi mesi sul governo di Islamabad per affrontare la questione talebana, anche perché i santuari dei ribelli nel Waziristan rendevano inutili gli sforzi della coalizione Nato nel confinante Afghanistan. Ora invece i guerriglieri hanno invertito le rotte cercando rifugio in territorio afghano dall’offensiva in Pakistan. Le operazioni militari sono seguite da vicino dal Pentagono, ha detto un portavoce del Dipartimento alla Difesa Usa. Washington è in allerta dopo la recente ondata di attentati in Pakistan, che ha fatto più di 150 vittime solo nelle ultime due settimane.