Margherita De Bac, Corriere della sera 19/10/2009, 19 ottobre 2009
Sindrome da low cost Sempre meno spazio fra i sedili dell’aereo - CON REPLICA DEL RESPONSABILE COMUNICAZIONE RYANAIR e di MARGHERITA DE BAC - ROMA – Centimetri che cambiano la vita
Sindrome da low cost Sempre meno spazio fra i sedili dell’aereo - CON REPLICA DEL RESPONSABILE COMUNICAZIONE RYANAIR e di MARGHERITA DE BAC - ROMA – Centimetri che cambiano la vita. Sono quelli che separano i sedili in classe economica. Determinanti per la qualità del volo e il benessere del viaggiatore. Quando lo spazio tra le file è risicato aumenta il rischio di scendere acciaccati dall’aereo. Dolori, problemi di circolazione, artrite e artrosi. E nel peggiore dei casi patologie ben più gravi, come embolia polmonare (che capita a 27 persone ogni milione) e trombosi venosa profonda (5 su un milione). Il sangue si coagula e forma grumi nelle vene, le gambe si gonfiano in modo abnorme. La conseguenza estrema della sindrome da classe economica. «Mancano linee guida internazionali, ogni compagnia fa a modo suo senza riguardo per la salute del cliente. scandaloso », denuncia Carlo Signorelli, vicepresidente della società italiana di igiene e prevenzione. Al congresso nazionale appena terminato a Napoli è stata presentata un’indagine sulla distanza tra i posti in turistica. C’è molta differenza tra le linee aeree, fino a 10 centimetri. Sono un’enormità, specie nelle lunghe tratte, quelle superiori a sei ore. Si passa dai 73,7 cm delle low cost (tra le più avare di spazio RyanAir e Easy Jet) agli 86,4 degli orientali, con Thai e Malaysia in testa alla classifica delle più virtuose. L’Alitalia magari non si distingue per la puntualità dei voli, ma sul piano delle attenzioni al viaggiatore non sfigura affatto. Chi è seduto può allungare le gambe fino a 81,3 cm, mentre in un aereo targato Lufthansa e Air France, deve accontentarsi di 78,7 cm. Per studiare il seat pitch (distanza tra sedile anteriore e posteriore) i ricercatori della Siti hanno fatto riferimento anche ai regolamenti sulla sicurezza del volo: «Si parla soltanto della sicurezza del vettore e si trascura chi lo utilizzerà – aggiunge Signorelli ”. I passeggeri non devono trascurare questi dettagli, al momento di acquistare il biglietto dovrebbero documentarsi sulla qualità del servizio. Dieci centimetri fanno la differenza specie se le tariffe hanno prezzi sovrapponibili » . Forse per offrire una sistemazione meno sacrificata anche in turistica, alcune compagnie prevedono la premium economy . Pagando un po’ di più si ha diritto a poltrone più comode. Negli Stati Uniti con un extra di circa 10 dollari si può scegliere il posto al momento della prenotazione. Esempio: una coppia può preferire una fila da due anziché tre posti. Molto ambita la fila corrispondente all’uscita di sicurezza il cui seat pitch è più ampio. I principali fattori di rischio della sindrome da classe economica sono durata del viaggio, superiore a sei ore, scarsa disponibilità di spazio, obesità, fumo, vene varicose, età sopra i 65 anni. Per prevenire i disturbi gli esperti consigliano di bere molta acqua durante il volo, evitare alcolici, muoversi frequentemente, togliere le scarpe, usare calze a rete (perché svolgono un’azione di contenimento sulle gambe), evitare di indossare calze con elastico. Altri elementi di disagio psico- fisico per il passeggero, oltre alla distanza tra sedili, sono la larghezza e quanto reclinabili. A volte ci ritroviamo letteralmente schiacciati dallo schienale di fronte a noi. Anche chi non soffre di claustrofobia, trascorre dei brutti momenti. La Sindrome da classe economica, secondo uno studio pubblicato su Lancet , sarebbe scatenata da altri fattori, non solo dall’immobilità. La pressione della cabina e il livello di ossigeno. Lo studio Siti è partito dall’esperienza personale di un gruppo di medici che hanno partecipato alcuni mesi fa a un congresso organizzato a San Francisco. Secondo il codice di autodisciplina delle industrie farmaceutiche, hanno viaggiato tutti in economy e con diverse compagnie, sperimentando su se stessi quanto sulle lunghe tratte anche pochi centimetri siano vitali. * LE REPLICHE - Corriere della Sera 24/10 Ryanair: la distanza tra i sedili L’articolo «Sindrome da low cost. Sempre meno spazio tra i sedili dell’aereo» ( Corriere della Sera, 19 ottobre) lascia erroneamente intendere che volare con i vettori low cost sia più rischioso per la salute piuttosto che viaggiare con le compagnie di bandiera come Alitalia. L’articolo afferma erroneamente che lo spazio tra i sedili di Ryanair sia di 73 centimetri, mentre in realtà la distanza tra i nostri posti è in linea con quella di tutte le compagnie aeree a breve raggio, ovvero 76 centimetri. L’articolo inoltre dichiara falsamente che Alitalia abbia 82 centimetri di spazio per le gambe, senza chiarire che si tratta di voli a lungo raggio – Alitalia ha uno spazio di appena 73 centimetri, 3 centimetri in meno di Ryanair, su molti dei propri aerei a corto raggio. L’articolo ha anche omesso di indicare chiaramente che lo studio condotto dalla Siti (Società Italiana di Igiene e Prevenzione) era basato solo su voli a lunga percorrenza di 6 ore o più, e che i problemi di salute discussi in tale contesto non si riferiscono ai voli a corto raggio. L’inclusione di Ryanair e degli altri operatori a corto raggio è ingiusta e fuorviante. In conclusione, i passeggeri che viaggiano sui voli a breve raggio hanno poco di cui preoccuparsi per quanto concerne la propria salute, e coloro che viaggiano a bordo degli aerei a corto raggio di Ryanair hanno a disposizione più spazio rispetto a quello fornito dagli aerei a corto raggio di Alitalia che, in molti casi, è la più «avara» con soli 73 centimetri. Stephen McNamara Responsabile comunicazione Ryanair * I dati sono stati raccolti dalla Società Italiana di Igiene e Prevenzione che li ha pubblicati in una tabella e sono stati ripresi dal Corriere dopo aver considerato l’affidabilità della fonte. Margherita De Bac