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 2009  ottobre 17 Sabato calendario

QUANDO LAVARSI ERA UN PECCATO


Dalle terme dei greci e dei romani alle saune e agli idromassaggi dei bagni di oggi, passando per «i mille anni senza un bagno» di un Medioevo affollato di santi stoicamente sporchi come Sant’Agnese che durante la sua breve vita non si lavò mai.
E’ lunghissimo e accidentato l’itinerario percorso da questo libro, Storia della pulizia e... della sporcizia del corpo, che passa per lo sguardo e l’odorato e ha come centro il corpo, la sua rappresentazione, il modo di immaginarlo e di gestirlo in Occidente. Una storia affascinante che mostra quanto sia recente l’approdo ai lavacri e alle abluzioni, riguardate per secoli come un oscuro pericolo.
Dispersa - a causa, anche, dei timori dei contagi di malattie come peste e sifilide - la grande cultura romana delle terme, il lungo Medioevo aveva visto consumarsi il distacco dall’igiene del corpo e l’affermarsi - complici le teorie mediche - dell’idea che l’acqua aprisse i pori, consentendo così ai «miasmi velenosi» di penetrare all’interno del corpo, protetto dalla «salutare» pellicola di grasso e sudiciume. «Le saune e i bagni dovrebbero essere proibiti - tuonava, nel 1568, Ambroise Paré, il chirurgo del re e della regina di Francia Enrico II e Caterina de’ Medici - perché quando uno ne esce, la carne e tutta la disposizione del corpo sono ammorbidite e i pori aperti».
Se i medici consideravano dannoso per i malati cambiare camicie e lenzuola, il bagno era un rito ignoto ai più. Le idee sulla salute del corpo e su quella dell’anima coincidevano: gli uomini di Chiesa temevano la voluttuosa pratica del bagno, le insidie dei vapori sui corpi nudi, la tentazione autoerotica.
Nel XVII secolo si consuma il totale distacco dalle pratiche di igiene personale: viso e mani erano praticamente le uniche parti del corpo che venivano a contatto con l’acqua. Né gli odori creati dalla diffusa reticenza per lavacri e abluzioni creavano disagi olfattivi, in ambienti grevi di sentori, miasmi ed esalazioni di ogni genere .
Secolo di rivoluzioni, il Settecento conosce anche quella dei gusti in fatto di messaggi olfattivi. Insieme ai riti innovatori della toilette, almeno tra le élites, esplode la moda di aromi delicati, estratti di fiori, acqua di rose. Al tramonto di quel secolo libertino, l’uso del bidet - un’invenzione tutta italiana - prima diffuso soprattutto tra le cortigiane - e, quindi, circondata da un’aura di peccaminosità e scostumatezza - cominciava ad affermarsi, per quanto solo in una ristretta cerchia sociale e soprattutto in Francia. Non era raro che le grandi amanti, ricevessero in dono quell’accessorio, consacrato a intime lavande, forse anche in funzione contraccettiva. Nel 1751, Madame de Pompadour ne riceve uno, sontuoso, rivestito di palissandro e ornato di decorazioni di bronzo cesellato. Non tutti però approvavano quella pratica che annichiliva gli effluvi naturali. Il marchese De Sade, ad esempio, ne sconsigliava l’uso in quella bibbia del piacere che è la Philosophie dans le boudoir. Non era il solo ad enfatizzare il richiamo sessuale dei potenti odori delle secrezioni naturali. Le donne con abbondante sudorazione esercitavano un gran fascino su Casanova, così come, prima di lui, su Enrico IV di Francia, ed è noto che Napoleone esortava Giuseppina ad astenersi dall’acqua prima degli incontri d’amore.
Intanto, la borghesia cominciava a riscoprire l’acqua, soprattutto quella fredda, vista come un elemento che tonificava e rinvigoriva. Ma ad imprimere una vera e propria svolta al concetto di pulizia sarà la rivoluzione batteriologica: microbi e batteri, «mostri invisibili» che si annidavano nel corpo potevano essere sconfitti da acqua e sapone, che avrebbe subito contratto un indissolubile matrimonio con la pubblicità. L’igiene, nuova branca della Medicina ottocentesca, imponeva la pulizia, e le autorità erigevano bagni e lavatoi pubblici per indurre le masse riottose ad adeguarsi ai nuovi dispositivi igienici.
Storica e giornalista, Katerine Ashenburg, ricostruisce con competenza e verve narrativa - e guardando all’Europa e all’America - la contrastata marcia verso la generalizzata adozione delle pratiche d’igiene personale arrivando fino al nostro tempo, terrorizzato dai germi - tra tanti nemici «invisibili» (terroristi) - e ossessivamente e compulsivamente impegnato a decontaminare, «deodorizzare» e cancellare ogni impronta olfattiva e ogni comunicazione sensoriale del corpo umano.