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 2009  ottobre 19 Lunedì calendario

«A SCUOLA MEGLIO CON IL CERTIFICATO»

Nelle scuole niente allarme, ma attenzione elevata, perchè il virus della nuova influenza colpisce soprattutto i più giovani. E, accanto alla prevenzione, grande cura anche nel gestire il rientro in classe dei ragazzi dopo la malattia.
A fare il punto sulle misure a tutela dei bambini di fronte al rischio pandemia è Luca Bernardo, 42 anni, direttore del dipartimento materno-infantile dell’ospedale Fatebenefratelli di Milano e coordinatore del comitato scientifico che, per il ministro dell’Istruzione Mariastella Gelmini, ha redatto il protocollo di raccomandazioni alle scuole emanato congiuntamente con l’unità di crisi presso il ministero della Salute.
«La nuova influenza - spiega Bernardo non è nella fase endemica che, stando a diverse valutazioni, potrebbe arrivare in Italia tra metà dicembre e metà gennaio. Allo stato non ci sono segnalazioni degli ordini scolastici riguardo a specifici cluster epidemici. Le notizie a dsposizione, comunque, indicano che il virus è quasi praticamente sovrapponibile come gravità all’influenza stagionale, per cui non dev’esserci allarme, ma attenzione».
 un fatto, però, che l’infezione colpisce particolarmente i più piccoli. «I dati mondiali - conferma Bernardo - indicano che il virus attacca maggiormente i bambini e i giovani. Il 75% dei malati ha meno di 20 anni, il 10% meno di due e solo il 10% più di 40 anni; i casi al di sopra dei 65 anni sono rari. La distribuzione ha un andamento inverso a quello dell’influenza stagionale. Nella fascia pediatrica occorre anche tenere conto del fatto che le comunità infantili hanno una più alta probabilità di infettarsi.
Il controllo su questa fascia d’età è, pertanto, strategico per decapitare un eventuale picco dell’epidemia».
Al di là delle norme di prevenzione già pubblicate, quella della vaccinazione appare la strada maestra, anche se, ricorda Bernardo, «attualmente, secondo il National Institute of Health americano, l’efficacia di copertura del vaccino tra i 2 e 10 anni d’età è del 25-35%, mentre dopo i 10 anni sale al 75%, come nell’adulto». Il ricorso al vaccino può essere utile non solo contro il virus, ma anche e soprattutto contro le complicanze «che sono il vero problema di questa influenza, particolarmente a livello polmonare ». «In questo frangente- aggiunge Bernardo- la decisione deve tenere conto del fatto che i dati di efficacia e sicurezza ad oggi disponibili sono per lo più relativi a un vaccino preparato con identiche modalità di produzione, ma utilizzando antigeni di un ceppo di virus influenzale (H5N1) diverso da quello responsabile dell’attuale pandemia (H1N1). Il vaccino di cui attualmente si inizia ad avere disponibilità é prodotto con l’adiuvante MF59. Per questo vaccino sono ancora in corso studi sui profili di sicurezza, ma l’adiuvante é già noto,utilizzato per altri vaccini e ritenuto ragionevolmente sicuro anche in bambini e giovani adulti».
Quanto all’ipotesi di chiusura di intere scuole, «al momento non si registrano casi, comunque l’eventuale provvedimento va considerato un’eccezionalità».
Molta attenzione,secondo l’esperto,va comunque rivolta nel gestire il rientro in classe dopo la guarigione: «Attualmente non è richiesta da tutti gli istituti una certificazione medica di riammissione alla vita di comunità. Da pediatra, però, devo dire che considero auspicabile tale certificazione. In ogni caso, il soggetto colpito dalla nuova influenza può essere riammesso dopo 48 ore senza più febbre e senza l’aiuto di antipiretici».