Questo sito utilizza cookies tecnici (propri e di terze parti) come anche cookie di profilazione (di terze parti) sia per proprie necessità funzionali, sia per inviarti messaggi pubblicitari in linea con tue preferenze. Per saperne di più o per negare il consenso all'uso dei cookie di profilazione clicca qui. Scorrendo questa pagina, cliccando su un link o proseguendo la navigazione in altra maniera, acconsenti all'uso dei cookie Ok, accetto

 2009  ottobre 16 Venerdì calendario

SEGNALE PER I PROSSIMI RINNOVI

Con il rinnovo del contratto deimetalmeccanici si apre ufficialmente l’autunno dei rinnovi contrattuali che di qui alla fine dell’anno vedranno impegnate almeno nove categorie e coin-volgeranno 11 milioni di lavoratori. I più numerosi sono quelli della funzione pubblica, oltre 3,3 milioni per i quali il sindacato si appresta a preparare la piattaforma. I due rinnovi degli alimentaristi e dei meccanici mostrano un’industria privata che predilige trattative molto rapide, chiuse in anticipo rispetto alle scadenze e offrono a un settore pubblico sempre in ritardo un modello di efficienza.
Dopo la sigla dei meccanici che ha tradizionalmente rappresentato l’intesa più complessa adesso stanno per aprirsi le trattative per due milioni e 565mila lavoratori dell’edilizia, 383mila lavoratori delle comunicazioni, 622mila chimici, 225mila del commercio. A dare il via ai rinnovi del dopo riforma sono stati gli alimentaristi che hanno concordato un aumento medio per il triennio 2010-2012 di 142 euro, mentre ieri i meccanici di Fim e Uilm hanno invece siglato il rinnovo a una cifra di riferimento pari a 112 euro. L’accordo degli alimentaristi è stato sottoscritto unitariamente e i risultati salariali nell’intero periodo compreso tra il 2010 e il 2012 si collocano al di sopra di circa un punto e mezzo rispetto alla cosiddetta Ipca depurata. Inoltre il contratto ha fortemente rafforzato ed esteso la contrattazione di secondo livello.
Oltre che per l’industria privata, alimentaristi e meccanici hanno offerto in entrambi i casi un modello al pubblico impiego dove, secondo quanto emerso da un’inchiesta della Ragioneria generale dello Stato, negli ultimi 15 anni (1993-2008) gli stipendi sono rimasti al riparo dell’inflazione: l’aumento degli statali sarebbe infatti stato del 63% con una media del 3,5% l’anno.
Come spiegano dall’ufficio studi dell’Aran i prossimi rinnovi saranno sotto l’insegna della riforma dei contratti: dunque adotteranno la durata triennale e un nuovo sistema di calcolo dell’aumento, basato sull’indice Ipca, su cui però sembra pesare l’incognita delle risorse finanziarie. Guardando indietro, gli statali due bienni fa (2006-2007), hanno avuto il 4,85% di aumento: lo 0,4% nel 2006, il 4,46% nel 2007. Laddove per l’ultimo biennio (il 2008-2009), spiegano sempre dall’Aran, era stata data una disponibilità finanziaria pari allo 0,4% per il 2008 e al 3,2% per il 2009.