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 2009  dicembre 18 Venerdì calendario

C’è chi ricorre a disgustosi mix dai presunti poteri fortifi­canti, chi pensa di «purificar­si » masticando bacche, ma se non ci si affida al sentito dire o al solito Internet, il modo per difendersi dalla tanto te­muta influenza A (anche) con la fitoterapia c’è

C’è chi ricorre a disgustosi mix dai presunti poteri fortifi­canti, chi pensa di «purificar­si » masticando bacche, ma se non ci si affida al sentito dire o al solito Internet, il modo per difendersi dalla tanto te­muta influenza A (anche) con la fitoterapia c’è. Fermo re­stando che si tratta di aiuti «in più». Precisa infatti Fabio Fi­renzuoli, direttore del Centro di medicina naturale di Empo­li: «Da parte nostra non c’è al­cuna preclusione all’uso del vaccino, per il quale anzi invi­tiamo a seguire le direttive mi­nisteriali, e c’è la massima at­tenzione per l’alimentazione che per ’proteggerci’ deve es­sere varia e ricca di frutta e verdura. Evidenze scientifiche ci dicono però che la fitotera­pia può essere utile sia per pre­venire sia per ridurre i sinto­mi dell’influenza».

Cominciamo da chi la «A» non ce l’ha, ma la teme: che aiuto può aspettarsi dalle er­be? «Alla voce prevenzione, per tutte le forme influenzali, ci vengono in aiuto piante do­tate di proprietà immunosti­molanti. Innanzitutto, gli estratti di ginseng, che aumen­tano le quantità di interfero­ne, una classe di proteine pro­dotte dalle cellule del sistema immunitario in risposta all’at­tacco di agenti esterni come vi­rus, batteri, parassiti e cellule tumorali. Oltre al ginseng, in tutte le sue varianti, quello americano, quello coreano no­to come Panax, quello siberia­no, conosciuto come eleutero­cocco, – continua Firenzuoli – è utile l’Uncaria Tormento­sa. Una pianta usata dai curan­deros dell’Amazzonia, studia­ta dal punto di vista fitochimi­co da più di 15 anni e quindi assolutamente sicura. Utile an­che l’Astragalus, equivalente asiatico dell’americana Echina­cea. In Asia, la radice di Astra­galus viene venduta nei mer­cati e si crede sia utile per pre­venire le malattie da raffredda­mento. Infatti, contiene poten­ti stimolanti dei ’natural kil­ler’, cioè le cellule del sistema immunitario capaci di uccide­re le cellule infettate dai virus (o le cellule tumorali) rispar­miando le altre».

E per chi invece l’influenza, classica o meno, ce l’ha gia? «Per ridurre i sintomi, i prepa­rati principe sono quelli deri­vati dall’Echinacea e il resvera­trolo. Sull’Echinacea esistono molti lavori scientifici, condot­ti anche sui bambini, che con­fermano come questa pianta, originaria del Nord America, sia sicura e utile nel ridurre la gravità dei sintomi influenza­li, febbre compresa. Altrettan­to si può dire del resveratrolo, sostanza che si ricava dalla buccia degli acini d’uva. Atten­zione però: gli immunostimo­lanti sono controindicati in chi ha patologie autoimmuni e in chi è in terapia con immu­nosoppressori, come i trapian­tati ».

Fin qui la scienza, ma c’è an­che la «fitofantascienza». «Su Internet trovo suggeriti dei mi­scugli così composti:aglio, una cipolla e due limoni, il tut­to frullato e bevuto in un sol sorso. E non bisogna bere il preparato una volta sola nella vita, che già basterebbe, ma per cinque mattine a fila per tutti mesi invernali».

Utilità zero? «Indiretta. Do­po aver bevuto una mistura si­mile, i rapporti sociali vengo­no ridotti al minimo e si sa che l’influenza si prende stan­do vicino ad altri già contagia­ti... Battute a parte, aglio, ci­polla, limoni, all’interno di una dieta equilibrata, sono uti­li perché hanno una reale azio­ne battericida, ma da qui, a proporre l’orrendo cocktail, ce ne corre. Comunque, l’idea di ricorrere ad alimenti dal sa­pore pungente, non solo l’aglio e la cipolla, ma anche, per esempio, le bacche di gine­pro, deriva dal fatto che tradi­zionalmente questo sapore ve­niva associato alla capacità di disinfettare. Capacità mai pro­vata ».

Altro nella galleria delle ’bu­fale’? «anche l’estratto di gemme di ribes, è vero che a scopo medicamentoso si pos­sono usare i frutti (per difen­dere i capillari) o le foglie (co­me antinfiammatorio), ma dell’efficacia delle gemme non si sa nulla. Scientifica­mente insostenibile anche l’uso di infusi di ortica, pure consigliati, che dovrebbero compensare il deficit immuni­t ario riducendo ”l’intossicazione” dell’organi­smo ».

Daniela Natali