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 2009  ottobre 17 Sabato calendario

Riecco Venditti, il solito ”infelice e contento” - Sarà una coincidenza, ma l’uscita di L’importante è che tu sia infelice, prima autobiografia di Antonello Venditti, finisce per incontrarsi con il giorno della pace con la Regione Calabria, dopo il noto fattaccio della rimessa in rete - su un sito calabrese - di un discorso maliziosamente tagliato in cui il cantautore romano, più di un anno fa a Marsala, parlava di mafia e ”ndrangheta durante un concerto, indirizzando i suoi strali al territorio oltre lo stretto

Riecco Venditti, il solito ”infelice e contento” - Sarà una coincidenza, ma l’uscita di L’importante è che tu sia infelice, prima autobiografia di Antonello Venditti, finisce per incontrarsi con il giorno della pace con la Regione Calabria, dopo il noto fattaccio della rimessa in rete - su un sito calabrese - di un discorso maliziosamente tagliato in cui il cantautore romano, più di un anno fa a Marsala, parlava di mafia e ”ndrangheta durante un concerto, indirizzando i suoi strali al territorio oltre lo stretto. Su Internet, giornali e tivù la sollevazione dei calabresi è stata istantanea; e anche se molti hanno ben capito il senso di quelle parole, urgevano atti ufficiali. Un giudice e un calciatore, rispettivamente Adelchi D’Ippolito, calabrese trapiantato a Roma e l’allenatore della Roma, Claudio Ranieri, già giocatore nel Catanzaro, sono stati pronubi: hanno messo in contatto l’irrequieto artista con il presidente della Calabria Agazio Loiero, ieri nella sede romana della Regione. Frasi di rito: «Mi sento un po’ calabrese», ha detto Venditti; «La Calabria ha bisogno di amici», ha ribattuto Loiero; in precedenza, si erano ricuciti i rapporti con Scopelliti, sindaco di Reggio, adirato pure lui. In attesa che si plachino gli ultimi arroventati nei blog, per Venditti è stata una lezione: «Ho capito la forza distruttiva di Internet e Facebook, questo gran parlare di umanità senza accesso alle grandi platee, che finalmente l’hanno avuto. la prima volta che Internet ha una tale rilevanza sui mezzi di informazione tradizionali: la notizia non è stata data corretta. Però dovrebbe scattare un’attenzione democratica», riflette Venditti, con lo stesso spirito battagliero, e la stessa attitudine da bastian contrario che attraversano il libro.  un racconto serrato e stimolante per aspiranti artisti che riempiono telecamere e cantine e potrebbero trovare qui, nella storia di un gruppo di ragazzi del Folkstudio - fra cui De Gregori e Bassignano - il percorso attraverso il quale ci si rafforza: «La carta vincente era il confronto tra pubblico e artista. Chi stava sul palco era anche spettatore, e le critiche che ci muovevamo a vicenda erano spietate ma produttive», scrive l’autore: che andrà stasera a raccontarsi su Raitre da Fabio Fazio, confessore ormai della musica popolare di riguardo. Un libro, ma non solo: « come una canzone, nata da quando è morta mia madre, per via di un baulone pieno di carte e diari che mi ha lasciato. anche una mezza autobiografia», dice Antonello, lasciando scivolare la minaccia di un secondo volume. Lui, figlio unico, descrive con sapidi tratti i genitori amatissimi, la mamma Wanda professoressa di liceo (che gli diceva la frase del titolo, L’importante è che tu sia infelice, quando lui faceva di testa sua), il padre anarchico e prefetto. Davanti a quel baule, c’è un uomo che riflette sulla propria storia, da testimone e da protagonista: dentro le vicende della sua famiglia, nel lucido e ironico racconto del rapporto distruttivo che si instaurava puntualmente fra sua madre e ogni suo amore; ma anche dentro la società dei Sessanta che si trasforma e lo trasforma, fra università, moti del ”68, Valle Giulia, il successo incredulo di quella canzone, Sora Rosa, scritta a 14 anni. Ma più che gli incontri con Sergio Leone o Fellini o il Dalai Lama, svetta la scoperta di un carattere: «Uno dei miei tanti professori è stato Vittorio Frosini, grande studioso di Marx non marxista. Mi ritrovai subito in questo essere qualcosa ma anche l’opposto, nel criticare ciò che si è, nell’aderire e immediatamente mettere in discussione. un tratto tipico della mia personalità». Nessuno si è mai descritto meglio.