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 2009  ottobre 17 Sabato calendario

Ma è lite miliardaria per le pareti tossiche - Un muro in cartongesso rischia di dividere Washington da Pechino

Ma è lite miliardaria per le pareti tossiche - Un muro in cartongesso rischia di dividere Washington da Pechino. Il governo americano è pronto a chiedere a quello cinese miliardi di dollari di risarcimento danni a causa dei «drywall», pannelli in cartongesso essiccato «made in China» importati negli Stati Uniti per costruire tramezzi e muri interni delle abitazioni. «Cercheremo di accordarci sui costi e di capire come procedere», spiega Inez Tenenbaum, neopresidente della Commissione federale Usa per la sicurezza dei consumatori, alla vigilia della sua missione in Cina. La disputa nasce dalle oltre 1500 segnalazioni giunte all’agenzia da parte di cittadini residenti in 27 Stati americani, oltre a D.C. e al protettorato di Puerto Rico, che denunciano problemi di salute e danni alle proprietà causati dai «drywall» installati nelle loro case. Lamentele simili sono giunte anche alle autorità statali e locali e presso diversi ospedali del Paese ai quali i cittadini si sono rivolti per problemi respiratori, perdite di sangue dal naso, e forti mal di testa. Il drywall, definito anche «gypsum wallboard» (tramezzo in gesso), è sotto indagine per l’emissione di fumi di zolfo che causano disturbi pesanti. Sono circa centomila le abitazioni dove sono stati installati «drywall» sospetti, gran parte delle quali realizzate tra il 2006 e il 2007, durante la ricostruzione seguita ai devastanti uragani del 2004 e del 2005. La domanda è cresciuta in maniera esponenziale tanto da far esaurire le scorte interne, costringendo gli imprenditori a importare «drywall» dalla Cina. In seguito a controlli condotto in aziende cinesi lo scorso agosto, gli investigatori dell’agenzia hanno accertato che il problema riguarda un gruppo di certo produttori che riforniscono gli Stati Uniti. Il difetto invece è stato riscontrato in una delle patine di gesso che ricoprono i pannelli. Secondo la società di consulenza Towers Perrin, i danni causati sono compresi tra i 15 e i 25 miliardi di dollari che dovranno essere ripagati da aziende e governo cinesi, o assicurazioni. Molti proprietari di case con «tramezzi sospetti» sono stati costretti a lasciare le proprie abitazioni e quattro membri del Congresso Usa hanno invocato l’intervento della Fema, la protezione civile americana. La Tenenbaum ha inoltre chiesto a Capitol Hill agevolazioni sui mutui dei proprietari costretti ad abbandonare le abitazione o ad acquistarne un’altra senza poter vendere la propria. Il Congresso da parte sua sta facendo pressioni sulla commissione affinché porti a termine un’indagine avviata tempo fa assieme e ad altre agenzie federali, e i cui primi risultati saranno resi noti alla fine del mese quando la Tenenbaum tornerà dalla Cina. Nel frattempo si tenta di arrivare a un’intesa di massima con Pechino sui risarcimenti, ma anche sull’introduzione di standard di sicurezza per i «drywall» che i produttori locali dovranno tenere in considerazioni prima di esportare in Usa. La necessità di parametri di sicurezza riapre così un dibattito avviato due anni fa quando la Cina fu costretta a richiamare un’enorme quantità di giocattoli dagli Usa per problemi che mettevano a rischio la sicurezza dei bambini, prima fra tutte l’uso di vernici ad alto contenuto di piombo. «Da allora sono stati introdotti standard severi e molte loro aziende hanno chiuso, facendo crollare i ritiri - dice la Tenenbaum - Quello che abbiamo fatto per i giocattoli dobbiamo farlo per i muri».