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 2009  ottobre 17 Sabato calendario

Storia della Banca Lazard

Lazard, la maison degli intrecci alla ricerca della seconda svolta - Ci sarà una nuova svolta in Lazard? Se lo chiedono i banchieri del mon­do, anzi dei due mondi, Stati Uniti ed Europa, dove la maison ha le sue basi operative. Do­po la morte improvvisa mercoledì a 61 anni del numero uno Bruce Wasserstein, il board muove nel segno della continuità nominan­do amministratore delegato il suo braccio de­stro: Steven J. Golub, 63 anni, in Lazard dal 1984. Bisognerà vedere se la decisione, presa in emergenza, diventerà definitiva. I tempi potrebbero non essere lunghi: un consiglio sui conti è previsto per fine ottobre. La scelta interna non ha fatto tacere le voci su un possibile orientamento differente, esterno. Banker «a spasso» a New York o a Londra non mancano dopo la crisi dei subpri­me. Ma in particolare in Italia qualcuno pen­sa a una banchiere che a spasso non è, cioè a un ritorno di Gerardo Braggiotti, l’ex Medio­banca chiamato in Lazard da Antoine Bern­heim e uscito dalla maison nel 2005 in contra­sto proprio con Wasserstein sulla quotazione in Borsa. L’ipotesi è suggestiva, ma forse non realizzabile: i contrasti che hanno portato Braggiotti a uscire sono stati violenti; ed è dif­ficile pensare che il banchiere oggi alla guida di Banca Leonardo (che ha per soci forti gli ex partner di Lazard che con lui hanno «rot­to » con Wasserstein) si muova lasciando tut­to dietro di sé. E un’operazione Leonardo-La­zard non pare realistica. Non è poi solo un problema di governan­ce. Ai familiari di Wasserstein fa capo il 15% del capitale e non è chiaro quali possano esse­re le loro scelte. Movimenti di rilievo potreb­bero far accendere i riflettori da parte dei con­correnti anche perché le dimensioni di La­zard, che capitalizza 3,3 miliardi di dollari la rendono preda non impossibile. Tuttavia chi conosce Lazard dice che Wasserstein ha dato al club di superconsulenti una struttura stabi­le, che può resistere a terremoti come la mor­te choc del numero uno. E un club molto particolare Lazard lo è sta­to per oltre 150 anni. Con regole che illumina­vano gerarchie e simboli del potere: come lo statuto che permetteva a Michel David-Weill di fumare nel suo ufficio del Rockefeller Cen­ter. L’epopea comincia intorno al 1840 quan­do Alexandre Lazard decide di andare nel Nuovo Mondo, raggiunto dai tre fratelli. Co­stituiscono nel 1848 a La Nouvelle-Orléans una società di commerci: Lazard Frères. Ma c’è la corsa all’oro e vanno a San Francisco. Li raggiunge il cugino Alexandre Weill. L’azien­da prospera e nel 1864 diventa banca. Nel 1870 apre l’ufficio a Londra. Più tardi a Parigi entra André Meyer: David-Weill nota il suo talento e lo chiama nel ”27. Sarà lui a ricostrui­re la banca d’affari dopo i colpi del nazismo. Nel ”51 Meyer e Pierre David-Weill vanno al­l’assalto di Paribas, ma interviene la Banca di Francia. Salta tutto. Sono gli anni in cui arri­va Antoine Bernheim e Meyer stringe legami in Italia con Enrico Cuccia e Giovanni Agnel­li. A loro si rivolge quando organizza l’Opa di Itt su Hartford, finita nel mirino di giudici e Sec. A proteggerlo ci sono i Kennedy. Il mito muore nel ’79. Michel David-Weill prende il potere e pone le basi per la fusione delle tre banche in un’unica maison, svolta completa­ta solo nel 2000. Nel frattempo Lazard sfugge per un soffio alla nazionalizzazione. In Italia i rapporti con Mediobanca cambiano fino alla crisi quando Vincenzo Maranghi ottiene da Cuccia la testa di Braggiotti. Che Bernheim chiama in Lazard. E nell’aprile del ”99 il nume­ro uno di Mediobanca «licenzia» a Trieste il banchiere francese. L’ultimo imperatore unifica le tre Lazard. Chiama Wasserstein per ridare vita alla ban­ca. Ma sarà proprio Bruce a sferrare l’attacco: vuole la quotazione in Borsa, contro Da­vid- Weill e la «vecchia guardia». Lo scontro si consuma nella storica sede parigina in Bou­levard Haussmann nell’ottobre 2004. Wasser­stein vince. I banchieri vicini a David-Weill, compreso Braggiotti, se ne vanno. La vecchia maison muore. Conservando un’eredità: mantenere le tombe dei Lazard a Frauenberg e Phalsbourg. Un tributo-simbolo dal quale la Lazard di oggi è molto lontana.