Sergio Bocconi, Corriere della Sera 17/10/09, 17 ottobre 2009
Storia della Banca Lazard
Lazard, la maison degli intrecci alla ricerca della seconda svolta - Ci sarà una nuova svolta in Lazard? Se lo chiedono i banchieri del mondo, anzi dei due mondi, Stati Uniti ed Europa, dove la maison ha le sue basi operative. Dopo la morte improvvisa mercoledì a 61 anni del numero uno Bruce Wasserstein, il board muove nel segno della continuità nominando amministratore delegato il suo braccio destro: Steven J. Golub, 63 anni, in Lazard dal 1984. Bisognerà vedere se la decisione, presa in emergenza, diventerà definitiva. I tempi potrebbero non essere lunghi: un consiglio sui conti è previsto per fine ottobre. La scelta interna non ha fatto tacere le voci su un possibile orientamento differente, esterno. Banker «a spasso» a New York o a Londra non mancano dopo la crisi dei subprime. Ma in particolare in Italia qualcuno pensa a una banchiere che a spasso non è, cioè a un ritorno di Gerardo Braggiotti, l’ex Mediobanca chiamato in Lazard da Antoine Bernheim e uscito dalla maison nel 2005 in contrasto proprio con Wasserstein sulla quotazione in Borsa. L’ipotesi è suggestiva, ma forse non realizzabile: i contrasti che hanno portato Braggiotti a uscire sono stati violenti; ed è difficile pensare che il banchiere oggi alla guida di Banca Leonardo (che ha per soci forti gli ex partner di Lazard che con lui hanno «rotto » con Wasserstein) si muova lasciando tutto dietro di sé. E un’operazione Leonardo-Lazard non pare realistica. Non è poi solo un problema di governance. Ai familiari di Wasserstein fa capo il 15% del capitale e non è chiaro quali possano essere le loro scelte. Movimenti di rilievo potrebbero far accendere i riflettori da parte dei concorrenti anche perché le dimensioni di Lazard, che capitalizza 3,3 miliardi di dollari la rendono preda non impossibile. Tuttavia chi conosce Lazard dice che Wasserstein ha dato al club di superconsulenti una struttura stabile, che può resistere a terremoti come la morte choc del numero uno. E un club molto particolare Lazard lo è stato per oltre 150 anni. Con regole che illuminavano gerarchie e simboli del potere: come lo statuto che permetteva a Michel David-Weill di fumare nel suo ufficio del Rockefeller Center. L’epopea comincia intorno al 1840 quando Alexandre Lazard decide di andare nel Nuovo Mondo, raggiunto dai tre fratelli. Costituiscono nel 1848 a La Nouvelle-Orléans una società di commerci: Lazard Frères. Ma c’è la corsa all’oro e vanno a San Francisco. Li raggiunge il cugino Alexandre Weill. L’azienda prospera e nel 1864 diventa banca. Nel 1870 apre l’ufficio a Londra. Più tardi a Parigi entra André Meyer: David-Weill nota il suo talento e lo chiama nel ”27. Sarà lui a ricostruire la banca d’affari dopo i colpi del nazismo. Nel ”51 Meyer e Pierre David-Weill vanno all’assalto di Paribas, ma interviene la Banca di Francia. Salta tutto. Sono gli anni in cui arriva Antoine Bernheim e Meyer stringe legami in Italia con Enrico Cuccia e Giovanni Agnelli. A loro si rivolge quando organizza l’Opa di Itt su Hartford, finita nel mirino di giudici e Sec. A proteggerlo ci sono i Kennedy. Il mito muore nel ’79. Michel David-Weill prende il potere e pone le basi per la fusione delle tre banche in un’unica maison, svolta completata solo nel 2000. Nel frattempo Lazard sfugge per un soffio alla nazionalizzazione. In Italia i rapporti con Mediobanca cambiano fino alla crisi quando Vincenzo Maranghi ottiene da Cuccia la testa di Braggiotti. Che Bernheim chiama in Lazard. E nell’aprile del ”99 il numero uno di Mediobanca «licenzia» a Trieste il banchiere francese. L’ultimo imperatore unifica le tre Lazard. Chiama Wasserstein per ridare vita alla banca. Ma sarà proprio Bruce a sferrare l’attacco: vuole la quotazione in Borsa, contro David- Weill e la «vecchia guardia». Lo scontro si consuma nella storica sede parigina in Boulevard Haussmann nell’ottobre 2004. Wasserstein vince. I banchieri vicini a David-Weill, compreso Braggiotti, se ne vanno. La vecchia maison muore. Conservando un’eredità: mantenere le tombe dei Lazard a Frauenberg e Phalsbourg. Un tributo-simbolo dal quale la Lazard di oggi è molto lontana.