Danilo Taino, Corriere della Sera 17/10/09, 17 ottobre 2009
Il rebus Monna Lisa: « la Tigressa degli Sforza» - Magdalena Soest non ha più dubbi: la Monna Lisa di Leonardo era la Tigressa, Caterina Sforza, una donna che attraversò la fine del ”400 e i primi del ”500 con determinazione leggendaria
Il rebus Monna Lisa: « la Tigressa degli Sforza» - Magdalena Soest non ha più dubbi: la Monna Lisa di Leonardo era la Tigressa, Caterina Sforza, una donna che attraversò la fine del ”400 e i primi del ”500 con determinazione leggendaria. Una vita rinascimentale pericolosa. La ricercatrice e pittrice tedesca pubblicherà l’anno prossimo un libro – 450 pagine – che porta una serie di nuove prove, a suo avviso inconfutabili, a sostegno della teoria. Si preannuncia un scontro duro con altri studiosi: con lo storico Roberto Zapperi, che a sua volta dovrebbe fare uscire un libro nel quale sostiene che in realtà la Gioconda è Pacifica Brandani, amante di Giuliano de’ Medici – «un non senso», dice Soest durante un’intervista telefonica – e con il professor Ernesto Solari che si è recentemente convinto della giustezza della tesi della ricercatrice tedesca ma ritiene che questa non abbia prove e quindi le porterà lui. Negli ultimi anni, la teoria mai dimostrata che il volto più misterioso del Louvre fosse quello di Lisa del Giocondo è stata messa in seria discussione. Ora, si cerca un’alternativa convincente. Già nel 2002, la signora Soest aveva anticipato la sua ipotesi fondandola sulla somiglianza della donna ritratta con quella dipinta quando era più giovane da Lorenzo di Credi, dal titolo Ritratto di Caterina Sforza ( o la Dama dei Gelsomini ). Oggi, dopo altri anni di studio, sostiene che la bordatura sul décolleté di Monna Lisa riporta anelli e gigli, segno dei casati dei Medici e degli Sforza e che, alle sue spalle nel paesaggio e sulle pieghe dell’abito, è evidente la forma del serpente, anch’esso simbolo sforzesco. «Si usava mettere nei quadri una sorta di araldica per testimoniare della nobiltà di una persona», spiega. Caterina, donna di bellezza straordinaria, era infatti figlia illegittima del duca di Milano Galeazzo Maria Sforza. Ma non fu solo quello. Nel 1473 si sposò con Girolamo Riario, signore di Forlì e Imola. Alla sua morte, prese per secondo marito Giacomo Feo, un castellano. Anch’egli fu ucciso e la vendetta di Caterina si abbattè sui cospiratori, su mogli e amanti e sui loro figli, di otto mesi, di tre e di cinque anni. in quel momento che la Romagna iniziò a chiamarla Tigressa. Il terzo marito fu Giovanni de’ Medici, il popolano, dal quale ebbe un figlio, grande guerriero come la madre, Giovanni dalle Bande Nere. Gli Sforza e i Medici, dunque: anelli, serpente e gigli. Dopo la morte dell’ultimo marito, la vita di Caterina fu travolta dalla furia dell’esercito di Cesare Borgia, che la fece prigioniera e la violentò. Tra il 1503 e il 1506, secondo la Soest, Leonardo le fece lo straordinario ritratto. « per la sua storia tragica – spiega Soest – che Leonardo non svelò il suo nome. Molti la consideravano un’assassina. E i francesi, dai quali il maestro aveva trovato protezione, sarebbero stati in imbarazzo a sapere che la donna raffigurata era stata violentata dall’alleato Borgia». Ma, aggiunge la studiosa, la prova più forte sta nel diario di Antonio de Beatis, segretario del cardinal Luigi d’Aragona, il quale sostenne di avere visto nello studio di Leonardo un quadro di una dama fiorentina (Caterina era già vedova di Giovanni de’ Medici quando la Gioconda fu dipinta). «Ma de Beatis non dice che il quadro fu ’ordinato’, come sostengono molti, da Giuliano de’ Medici – spiega Soest ”. Dice che quest’ultimo ebbe una funzione di intercessione presso Leonardo a nome di una modella. L’ipotesi che si trattasse di una sua amante (come sostiene Roberto Zapperi in un’intervista alla Süddeutsche Zeitung di giovedì scorso, ndr) non ha senso: Giuliano non avrebbe mai avuto un’amante di età matura come la donna raffigurata da Leonardo». L’ultima evidenza Frau Soest sostiene si trovi negli archivi milanesi, nell’elenco dei dipinti ereditati da Salai, assistente e amico di Leonardo. A una voce, c’è chiara l’indicazione «quadro dicto la honda C», nella quale la ricercatrice tende a spiegare honda come una deformazione di onorevole e la C come l’iniziale di Caterina, «una C che tutti gli studiosi tralasciano, da Sironi a Marani». Ora, con il suo libro, che probabilmente avrà per titolo La Tigressa , Frau Soest cerca di mettere un punto fermo su quel volto. Confutando le altre teorie e rivendicando la sua primogenitura sul nome di Caterina Sforza. «Ernesto Solari – sostiene – nel 2004 ha scritto un libro nel quale identificava la modella di Leonardo in Bianca Sforza, sorellastra di Caterina. Dal maggio di quest’anno, però, scrive che si tratta in effetti di Caterina, solo che dice che io non porto prove». La sfida è lanciata. E sotto la barba bianca, come sempre, Leonardo sorride.