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 2009  ottobre 17 Sabato calendario

CHI PAGA L’ ULTRALARGA


La Finlandia vuol dare a tutti i cittadini il diritto alla banda larga. La notizia solleva grossi interrogativi e apre scenari ine­diti. Nel Paese nordico i cittadi­ni non ancora connessi sono il 4 per cento. Da luglio 2010 sa­ranno autorizzati a pretendere un collegamento a un megabit al secondo. Non è una gran ve­locità. Soddisfarli sarà possibi­le utilizzando le tecnologie di accesso attuali, soprattutto l’Ad­sl. L’Adsl, com’è noto, è un si­stema che potenzia le prestazio­ni dei cavi tradizionali e qualcu­no per questo l’ha chiamata «vi­tamina tecnologica».

E questa è la prima parte del­la notizia. Gli interrogativi mag­giori riguardano la seconda. Si dice infatti che dal 2015 tutti i finlandesi avranno diritto a col­legamenti a 100 megabit al se­condo. Il salto di scala è in que­sto passaggio. La domanda in­fatti è: chi glieli darà? La banda ultralarga (a cento mega appun­to) richiede collegamenti in fi­bra ottica fino alle case degli utenti. La fibra ottica costa mol­tissimo e richiede investimenti molto forti. In nessun Paese al mondo questi impegni sono stati sostenuti dai privati. E tra i grandi Paesi, solo il governo giapponese li ha finanziati, nel­la convinzione che la banda ul­tralarga sia un’infrastruttura chiave per il futuro del Sol Le­vante. Che cosa farà il governo finlandese? Obbligherà i privati a cablare? Ovvio che non può. Molto più probabile che Hel­sinki stia maturando la decisio­ne di «fare come il Giappone», scaricando sui contribuenti be­neficiari il costo dell’innovazio­ne. Se così fosse, la Finlandia di­venterebbe a tutti gli effetti il primo Paese «asiatico» d’Euro­pa.

Fin qui le notizie che arriva­no dal Nord. Al quale l’Italia as­somiglia soltanto per il freddo che in questi giorni sta batten­do il Paese. Il Cipe non ha nep­pure ancora approvato il finan­ziamento degli 800 milioni de­stinati a colmare il divario digi­tale tra zone tecnologicamente più e meno fortunate. Il gover­no, proteso com’è verso le altez­ze vertiginose di altre grandi opere, non ha forse il tempo di occuparsi di ciò che si muove sotto terra, dove passa la fibra ottica. Anche se porta al futuro.