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 2009  ottobre 17 Sabato calendario

FINLANDIA, IL DIRITTO A INTERNET VELOCE


L’annuncio è di quelli solenni: la Finlandia «sarà il primo Paese al mon­do » a garantire per legge la connessione a banda larga a tutti i cittadini. A dire il vero qualcuno ci era arrivato pri­ma: la Svizzera, che già nel 2006 aveva previsto di dotare tutti i propri abitanti di una connessione minima (in effet­ti non particolarmente velo­ce) da 600 bit. L’obiettivo do­veva essere raggiunto entro il gennaio 2008. «E così è sta­to » confermano ora con orgo­glio dal Bakom, l’ufficio fede­rale per le comunicazioni che ha sede a Biel, nel Canton Ber­na. Ma primogenitura a par­te, quello della Finlandia è un segnale di tutto rispetto, per­ché è la prima volta che il go­verno di un Paese Ue prende un impegno di breve e non di medio o lungo termine.

Che la Finlandia faccia da apripista non deve apparire strano, considerando il rap­porto di questo Paese con nuove tecnologie e telecomu­nicazioni: Nokia è il marchio che in campo economico gli fa da ambasciatore nel mon­do ed è finlandese quello che è considerato il principe de­gli «smanettoni», Linus Tor­valds, l’inventore di Linux, l’anti-Windows. A partire da luglio – ha decretato il mini­stero delle Telecomunicazio­ni di Helsinki ”, ogni cittadi­no avrà diritto ad una connes­sione con almeno un mega di velocità. L’obiettivo del go­verno è però molto più ambi­zioso: moltiplicare per cento la velocità di banda entro la fine del 2015. Cento mega a testa che dovrebbero rendere la vita di tutti i giorni davve­ro a portata di click, un tra­guardo quasi obbligatorio per una nazione dove vivono meno di 5 milioni e mezzo di abitanti sparsi su oltre 337 mi­la chilometri quadrati di terri­torio, dal Baltico alla Lappo­nia.

«I finlandesi hanno un in­dubbio vantaggio – com­menta con un po’ di invidia il nostro viceministro alle Co­municazioni, Paolo Romani ”: l’alfabetizzazione informa­tica. Praticamente tutti han­no un computer in casa e In­ternet lo usano abitualmente da anni». Una fotografia mol­to diversa da quella del Belpa­ese dove solo il 47% della po­polazione tra i 15 e i 74 anni (circa 22 milioni di persone) naviga nel web e solo il 52% delle famiglie possiede un pc, secondo i dati dell’«Osserva­torio Italia Digitale 2.0». Ma ancor più preoccupante, se­condo Romani, è il «digital di­vide », il ritardo infrastruttura­le che oggi riguarda tra il 12 e il 13% della popolazione, ov­vero 7 milioni e 800 mila ita­liani che, al di là della loro propensione all’utilizzo di In­ternet, non hanno attualmen­te accesso alla banda larga. Un numero che sale a 22 mi­lioni se si usa come parame­tro la connessione supervelo­ce da 20 Mega, promessa dai provider ma di fatto garantita solo in alcune aree.

Per questo il governo ha da­to il via libera ad un progetto da 1.471 milioni, di cui 800 milioni messi dallo Stato, che però attende ancora il via libe­ra del Cipe. Un impegno non da poco, che secondo Roma­ni permetterà di cancellare le disparità tra zona e zona met­tendo tutti i cittadini in condi­zione di navigare ad almeno 2 mega «entro il 2011-2012». Per fare questo saranno aper­ti più di 33 mila cantieri, che coinvolgeranno circa 50 mila persone per l’allestimento di nuove centraline e la posa dei cavi. Ma i 2 mega sono solo un primo traguardo: il secon­do step del programma preve­de un ulteriore investimento di 6-7 miliardi di euro per portare la connessione a 50 mega. Di questo però si parle­rà solo tra alcuni anni.

Intanto nei giorni scorsi il «Broadband quality index», uno studio delle università di Oxford e di Oviedo, ha messo l’Italia al 38esimo posto nella classifica mondiale sulla qua­lità della banda larga (in testa ci sono Corea del Sud e Giap­pone). Su una scala di 100, il voto dato alla nostra connes­sione è stato 28,1, considera­to «sufficiente» per i servizi web disponibili oggi, ma ben al di sotto di quella quota 50 ritenuta indispensabile per le applicazioni dei prossimi 3­5 anni.