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 2009  ottobre 16 Venerdì calendario

Dai ministri del Sud un avvertimento a Silvio- Il governo crea la Banca del Mezzogiorno e i ministri del Sud si ribellano

Dai ministri del Sud un avvertimento a Silvio- Il governo crea la Banca del Mezzogiorno e i ministri del Sud si ribellano. Apparentemente incomprensibile, la lite esplosa ieri in Consiglio dei ministri, con la Prestigiacomo e Fitto che minacciavano di non sottoscrivere la proposta di Tremonti, e solo alla fine si sono rassegnati a farlo dietro garanzia che il progetto verrà coordinato da Scajola, si spiega solo con un antefatto. Prima dell’estate la nascita di un Partito del Sud, collocato nel centrodestra e federato, cioè soltanto collegato, e non sottomesso, al Pdl, fu evitata in extremis solo grazie alla promessa di sbloccare i fondi per le aree sottoutilizzate (Fas) da tempo tenuti fermi dal ministro dell’Economia. Dietro la nascita annunciata del nuovo partito – in pratica una sorta di divorzio consensuale, per mascherare la realtà di una scissione – covava una rivolta che a Palermo, come accade spesso nella politica dell’isola, aveva assunto le caratteristiche di un Vespro siciliano. Il sottosegretario Miccichè aveva convocato un convegno al quale, con la Prestigiacomo, presentata come futuro leader del nuovo partito, avevano preso parte una trentina di parlamentari, non soltanto siciliani. Tutto si era fermato all’annuncio di Berlusconi di un nuovo piano per il Sud. Ma nell’attesa, il fuoco dei 4 milioni di euro di Fas mancanti all’appello nella sola Sicilia continuava a covare. E’ esattamente quest’incendio che, come s’è visto, s’è riacceso ieri a Palazzo Chigi Tamponata e lungi dall’essere risolta, la rivolta del Sud rischia ancora di provocare conseguenze imprevedibili, e fin da adesso segnala alcune novità. La prima è una chiara radicalizzazione, tutta personale, mirata su Tremonti dei ribelli. A torto o ragione, ministri ed esponenti di punta meridionali del Pdl sono convinti che il ministro, mentre al Nord spinge Berlusconi all’accordo con la Lega, accontentando Bossi, come pare ormai concordato, con cedimenti di interi pezzi di potere e territorio (vedi il Veneto), nel caso del Sud gli raccomanda di tenere, per non alimentare la macchina clientelare che divora fondi senza dare risultati. La seconda è che Fitto, che a giugno marciava con Tremonti e contro i siciliani, adesso ha cambiato fronte. La terza è che tutti insieme, Fitto, i siciliani e ormai gran parte del centrodestra sono convinti che le prossime elezioni regionali, o si vincono al Sud, in Campania, Puglia e Calabria, o non si vincono. E per vincerle, com’è sempre accaduto, bisogna allargare i cordoni della borsa. Altro che Banca del Mezzogiorno, che sarà pronta, se tutto va bene, tra due anni. E basta con gli annunci, il piano per il Sud, il Ponte sullo Stretto, che servono solo a creare impazienza. Qui se non arrivano i soldi si perde, dicono i ribelli. Berlusconi è avvertito.