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 2009  ottobre 16 Venerdì calendario

MAZZETTE AI TALEBAN? IL GOVERNO QUERELA


«Spazzatura». laconico il commento del ministro Ignazio La Russa riguardo a un articolo del «Times» che ci accusa di pagare sotto banco i capi taleban per evitare attacchi in Afghanistan. Il quotidiano inglese, raccontando di un attacco alle truppe francesi nella valle di Sourobi, dell’agosto 2008, sostiene che i nostri servizi segreti sono abituati a pagare mazzette ai capi taleban per evitare guai e che però, e questo è il grave, questa pratica è stata nascosta ai francesi, con il tragico risultato che i soldati d’Oltralpe hanno sottovalutato i rischi. «La notizia - dice La Russa - è offensiva. Non solo la Difesa, ma nessun organo di Stato ha operato nel senso descritto dal ”Times”. Questo giornale si sta distinguendo per una campagna di anti-italianità». Il ministro annuncia querele, il quartier generale francese nega.
Naturalmente l’articolo ha suscitato scalpore a Parigi: Saroubi, dove dieci paracadutisti furono uccisi in modo barbaro, è una ferita ancora aperta. I militari francesi si erano affacciati in quella vallata da poche settimane e, secondo quanto verificò un’inchiesta della Nato, non erano state prese adeguate contromisure, come avevano fatto gli italiani che ben sapevano di ficcarsi in un nido di vipere. Non foss’altro perché in quella valle qualche anno prima era stata uccisa la giornalista Maria Grazia Cutuli.
A Saroubi gli italiani cercarono di controllare gli «insurgents» sul campo, ma soprattutto di intavolare buoni rapporti con i capi villaggio. E i risultati non mancarono. Tra febbraio e marzo la Difesa comunicò che erano stati stretti «rapporti di fiducia» e di conseguenza «oltre 50 depositi di armi ed esplosivi ritrovati su segnalazione spontanea dei locali, senza contare le oltre sei tonnellate di piante oppiacee consegnate direttamente da coltivatori del luogo». Merito soprattutto dell’azione dei Nuclei di cooperazione civile-militare, detti «Cimic», del nostro contingente. Quaranta i progetti che portarono a termine (piccole scuole, ambulatori e pozzi per l’irrigazione), quasi un milione e mezzo di euro investiti, più la distribuzione di piante da frutto e di attrezzi agricoli. Quanto la «cooperazione militare» dava fastidio ai taleban, che perdevano consenso, lo racconta l’agguato del febbraio 2008 quando fu ucciso il maresciallo Giovanni Pezzulo. Era del «Cimic» e girava per i villaggi.
Altro discorso, poi, sono i fondi riservati che i servizi segreti utilizzano per pagare gli informatori. Se un capo villaggio viene «arruolato» e non appoggia i taleban ma dà informazioni sui nemici, è un successo, come dice Fabrizio Cicchitto, Pdl: «Il crimine che verrebbe attribuito ai nostri 007, cioè di aver lavorato per evitare guai alle nostre truppe, non è un crimine ma secondo me fa parte del loro lavoro». Sarebbero queste le «mazzette» che il «Times» denuncia? Palazzo Chigi smentisce che sia stata pagata qualsiasi forma di tregua: «Mai autorizzato né consentito alcuna forma di pagamento di somme di danaro in favore di membri dell’insorgenza di matrice talebana, né dal precedente governo».