Questo sito utilizza cookies tecnici (propri e di terze parti) come anche cookie di profilazione (di terze parti) sia per proprie necessità funzionali, sia per inviarti messaggi pubblicitari in linea con tue preferenze. Per saperne di più o per negare il consenso all'uso dei cookie di profilazione clicca qui. Scorrendo questa pagina, cliccando su un link o proseguendo la navigazione in altra maniera, acconsenti all'uso dei cookie Ok, accetto

 2009  ottobre 16 Venerdì calendario

I BTP VANNO A RUBA, LE BANCHE SPECULANO


Lo scorso settembre le maggiori banche dell’Irlanda hanno letteralmente fatto un balzo in Borsa del 25 per cento, dopo che il governo di Dublino ha rilevato i piani per la creazione di una «bad bank», la Nama, National Asset Management Agency, in cui far confluire tutte le attività più problematiche detenute dagli istituti di credito. Una discarica di asset tossici da 54 miliardi di euro.

La Allied Irish Banks, che ha passato allo allo Stato asset per un ammontare nominale di 24 miliardi in un sol giorno è balzata a 3,25 euro. La Bank of Ireland, che a sua volta ha ceduto 16 miliardi, ha segnato un balzo dell’11 per cento a 3,12 euro. A inizio anno i titoli valevano rispettivamente 0,27 e 0,12 euro.

Ieri il portavoce della Nama ha fatto presente che è ancora troppo presto per presentare ufficialmente il business plan ma verosimilmente la bad bank si aspetta profitti per una cifra compresa tra i 7 e i 14 miliardi di euro. Ovviamente per portare a termine tali obiettivi serviranno almeno sette anni, ma indipendentemente dalle tempistiche quello che è certo è che già a partire dal prossimo gennaio ciò che era tossico nel 2009 sarà buono per essere venduto se non subito ai clienti retail ai mediatori.
Germania e Usa

La bad bank creata da Angela Merkel ha in pancia titoli tossici per non meno di 243 miliardi di euro e il piano del segretario al Tesoro Usa Timothy Geithner è stato imperniato attorno a una maxi elargizione di oltre 700 miliardi di dollari.

Come faranno i governi che si sono presi tale massa di titoli tossici? Un modo diretto per recuperare le perdite ad esempio è quello di entrare nel capitale delle banche. I due istituti irlandesi, Allied Irish Banks e Bank of Ireland, che da soli hanno ceduto asset tossici per 40 miliardi di euro sono controllati al 25% dal ministero delle Finanze di Dublino. Non è così difficile immaginare che prima salgono le azioni prima il governo irlandese recupera i 3,5 miliardi di euro che ha messo direttamente nelle casse delle due banche. Insomma denaro che entra e denaro che esce.

Per quanto riguarda il lungo termine, i governi hanno un altro modo per recuperare quanto è stato investito nella spazzatura. Raccogliere denaro con i titoli di Stato a lungo termine, come i buoni trentennali, aiuterà a coprire le perdite messe a bilancio sotto il nome di ”asset tossici”. Non solo. Le sottoscrizioni a lungo termine servono a recuperare il denaro sborsato per sostenere direttamente le casse delle banche. Non a casa, tanto per fare un esempio italiano, i Btp al 2040 nonostante il rendimento sia sceso sotto il 5 e il costo salito oltre i 100 euro sono andati a ruba. A comprare gli investitori istituzionali e le banche. Così in Germania. Le stesse banche che solo un anno fa hanno messo in tasca gli aiuti di Stato sborsano denaro per comperare bund a lungo termine.

Sostenendo la bolla di liquidità, e il sistema come sempre è partito dagli Stati Uniti, si fa in modo che la gran parte del denaro circoli all’interno di canali comunicanti ed esclusivamente finanziari. Vuoi la Borsa, vuoi le materie prime a partire dall’oro, vuoi i titoli di Stato. Sia a breve che a lungo termine. Con i tassi di interesse così bassi i cittadini che possono investire comprano bond o Btp a 5 anni. Le banche, invece, prendono titoli di Stato a 30 anni non certo per guadagnarci. Dal momento che la svalutazione è certa. Stando bassi almeno un 7% all’anno che fa il 210% alla scadenza. Ma non sembra un problema visto che in seguito li faranno circolare tra la clientela.
Obbligazioni

«Io ho comprato Btp al 2037 verso aprile a 86 e verso luglio a 83, tasso di interesse nominale al 4% lordo», spiega un utente del blog Mercatolibero. «Considerando l’inflazione quasi negativa di quest’anno e il prezzo attuale sopra devo dire che, tra cedola e sopraprofitto sul prezzo di acquisto, sto guadagnando più del 7% netto. Non mi lamento quindi. Anche per quest’anno ho protetto i miei risparmi».

Come dire, per ora si può stare sulle obbligazioni governative, ma poi chi le tiene fra tre anni comincia a perdere e perdere. E senz’altro le banche si dimenticheranno di dire al cliente medio che i Btp trentennali di oggi saranno da vendere fra due e tre anni. E così tornano i conti. Le perdite dei subprime e degli altri titoli tossici che oggi sono nelle casse pubbliche sotto altro nome e sotto altra forma torneranno ai cittadini-contribuenti. E intanto con le obbligazioni a 30 anni i governi coprono la spesa pubblica.