Questo sito utilizza cookies tecnici (propri e di terze parti) come anche cookie di profilazione (di terze parti) sia per proprie necessità funzionali, sia per inviarti messaggi pubblicitari in linea con tue preferenze. Per saperne di più o per negare il consenso all'uso dei cookie di profilazione clicca qui. Scorrendo questa pagina, cliccando su un link o proseguendo la navigazione in altra maniera, acconsenti all'uso dei cookie Ok, accetto

 2009  ottobre 16 Venerdì calendario

COLLE E GAS GLI STUPEFACENTI FAI DA TE


Sono droghe da metà pomeriggio. Droghe da ragazzini. Droghe invisibili. I loro nomi non stanno scritti nelle tabelle delle sostanze psicotrope del Ministero della salute, il loro consumo non è illegale e per procurarsele non c’è nemmeno bisogno di un pusher. Basta frugare nel ripostiglio, farsi un giro al supermercato o nel negozio di vernici sotto casa. L’elenco è lungo: colle, smalti per unghie, benzina, bombolette di butano da campeggio, trielina, acqua ragia. Ma spesso i baby-consumatori di «sniffing drugs», inalano direttamente il Protossido d’azoto (il gas esilarante) e i gas contenuti nelle bombolette di panna montata o nei palloncini colorati. Niente da fare: le forze dell’ordine non possono intervenire.
Il principio che sta alla base dello sballo è sempre lo stesso: la carenza di ossigeno al cervello provoca una sensazione di stordimento e poi di euforia. L’effetto dura qualche minuto. Difficile che qualche mamma se ne accorga. Ma possono essere letali. A Milano, nel 2005, un quattordicenne è stato ritrovato senza vita in un parco: di fianco al corpo c’erano due bombole di butano. «Si tratta di comportamenti trasgressivi che il più delle volte assumono il significato di un rito d’iniziazione di gruppo - spiega Anna Oliverio Ferraris, docente di Psicologia dello sviluppo all’Università ”La Sapienza” di Roma - A farne le spese sono gli adolescenti perché a 15 anni ci si sente invulnerabili e si cercano esperienze eccitanti. L’unica prevenzione possibile è organizzare dei corsi per i ragazzini di 10 e 11 anni, che ancora ascoltano e si fidano degli adulti». Ma quanti sono i quindicenni italiani che si sballano come i loro coetanei delle favelas brasiliane o delle fogne di Bucarest? «Non esistono dati o statistiche. Sono fenomeni difficili da intercettare - spiega Filippo Bellavia, psicologo e responsabile del ”Servizio Onda” dell’Asl 1 di Torino, che si occupa proprio di nuove droghe e dipendenze giovanili - Al limite arriva qualche segnalazione dagli operatori del privato sociale. Qualche tempo fa, ad esempio, ci hanno detto che alcuni giovani immigrati di San Salvario sniffavano colla. Noi cerchiamo di raccogliere informazioni e di fare prevenzione nelle scuole con i medici di base. Ma se la compatibilità sociale non viene compromessa è difficile che qualcuno intervenga». Parlare di «sniffing drugs» vuol dire entrare in un limbo sconosciuto agli stessi operatori del Sert e dei servizi sociali. «Di sostanze del genere ce ne sono tantissime ma noi possiamo lavorare solo sulla punta dell’iceberg - continua Bellavia - Basti pensare che a Torino il 2% della popolazione compresa fra i 15 e i 30 anni vive situazioni al limite: ragazzini di 16-17 anni che fumano l’eroina come sedativo dopo aver assunto crack e cocaina, liceali che si fanno di ecstasy, ketamina e piperazina, uno psicoattivo molto di moda negli ultimi mesi che non è ancora stato inserito nelle tabelle ministeriali».


In cella spopola
il gas da camping
In galera i tossici si sono organizzati e hanno inventato di tutto per potersi sballare. Classico l’esempio dell’uso di bombolette da campeggio. Contengono butano che viene aspirato a più riprese nel corso della giornata fino a provocare lo stordimento generale. Gli effetti in genere durano pochi minuti ma talvolta inalarne troppo può provocare danni cerebrali gravissimi e anche embolie. Nel recente passato ci sono stati casi di detenuti trovati cadavere e l’autopsia ha stabilito con certezza le cause della morte, collegandole all’uso di gas per fornelletti (adoperati in cella per riscaldare cibi e bevande). Anche per questo in alcune strutture carcerarie queste apparecchiature sono state sostituite con piastre elettriche.