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 2009  ottobre 22 Giovedì calendario

ANNALENA BENINI PER L’ESPRESSO, 22 OTTOBRE 2009

Il futuro (button) down del Partito Democratico.
Solo Pier Luigi Bersani può permettersi di non acquistare nuove camicie e non cambiare nodo alla cravatta, perchè non deve affaticarsi per stare dalla parte del nuovo, gli basta rassicurare e sorridere emilianamente: le sue grisaglie vanno benissimo, così come i suoi capelli (la coroncina di alloro è scomparsa da ormai qualunque cranio semicalvo tranne il suo).
Nella lotta con Dario Franceschini e Ignazio Marino per la segreteria del Pd, Bersani è l’unico che non ha bisogno di vivacizzarsi. Mentre Franceschini ha detto domenica 11 ottobre che "bisogna lasciarsi alle spalle le gloriose casacche del Novecento", così adesso è molto scapigliato: intervistato il martedì successivo dalle Iene assieme ai suoi avversari, era in camicia bianca button down (ma in tv il bianco spara e Franceschini in quanto ferrarese ha un pallore leggermente paludoso che impone almeno il celeste, o una cravatta), si agitava sulla sedia, rideva e ha detto quattro volte "cazzo", due volte sollecitato e due volte con entusiasmo: "Sarà la solita cazzata" e "fatevi una padellata di cazzi vostri", per dare un tocco di spiritosaggine al tutto, ma si vedeva che soffriva.
Bersani invece stava spaparanzato, con il nodo della cravatta bordeaux allentato o forse mai stretto come si deve, sotto la camicia si intravedeva la canottiera: veniva voglia di giocare a briscola bevendo un bicchiere di Lambrusco, chiedergli se domani pioverà e cantare insieme qualche vecchia canzone (lo scorso settembre, alla festa di Reggio Emilia, Bersani ha intonato sul palco, solista: A mezzanotte sai che io ti penserò..., e anche Ma la notte no). Unica bersaniana concessione al vezzo sofisticato, durante la convenzione del Pd: mettere e togliere gli occhiali con gesti studiati, tenerli sul naso e guardare l’interlocutore di sotto in su, sottolineare le frasi importanti con una stanghetta in mano (si va a scuola di occhialaggine, ci sono tizi pagati per insegnare come si rotea con autorevolezza in pubblico un paio di occhiali da presbite).
Ignazio Marino si è creato un look da intellettuale laico prestato alla politica, da professore con peso internazionale, e alla convenzione se ne stava in maniche di camicia con una penna nel taschino, cercava faticosamente di esprimere l’aria rilassata della domenica pomeriggio, mentre Franceschini si affidava alle maniche arrotolate. Però bisogna saperle arrotolare, scoprire l’avambraccio, non bastano due giri improvvisati e penduli. La faccenda è superficiale ma serissima, quei tre si giocano molto: le primarie, il futuro, le elezioni, l’etica e soprattutto la nuova, modesta estetica del Pd.