Alessandra Retico, la Repubblica 16/10/2009, 16 ottobre 2009
L’invasione dei gatti, sono 600 milioni- A Cipro una tomba di 9500 anni fa con i resti di un uomo e del micio che visse con lui Non fanno granché nella loro vita e neanche nella nostra, ciondolano per casa, dormono sul divano, aspettano pazienti che diamo loro del cibo, ci sopportano
L’invasione dei gatti, sono 600 milioni- A Cipro una tomba di 9500 anni fa con i resti di un uomo e del micio che visse con lui Non fanno granché nella loro vita e neanche nella nostra, ciondolano per casa, dormono sul divano, aspettano pazienti che diamo loro del cibo, ci sopportano. Sono parecchio lunatici. I gatti, che mistero domestico. Nove milioni quattrocentomila esemplari nelle case degli italiani, seicento milioni al mondo, un felino ogni dieci umani. Un terzo degli americani ce l´ha. Eppure non fanno la guardia, e neanche danno latte, carne, pelle, non tirano l´aratro. E non sono nemmeno amici e fedeli come i cani (sette milioni seicentomila nelle nostre case): i gatti sono opportunisti. Lo dice la scienza. E allora, perché stanno con noi e noi con loro, e quando è cominciato questo amoroso equivoco della reciproca familiarità? Diecimila anni fa. Piuttosto antica la consuetudine, precedente agli Egizi che lo adoravano e personificavano nella dea Bastet: le scoperte genetiche e archeologiche degli ultimi anni hanno collocato in Medio Oriente, nella Mezza Luna Fertile, e a diecimila anni fa (insieme alla nascita dell´agricoltura) la loro casalinghitudine. Nel 2004 in un cimitero a Cipro di 9.500 anni fa è stata scoperta una tomba con i resti di un uomo e del suo gatto di otto mesi, entrambi i cadaveri orientati nella stessa direzione. Avevano vissuto insieme. Nel 2007 lo studioso Carlos A. Driscoll e J. O´Brien hanno sequenziato il genoma di 979 tra gatti provenienti da tutto il mondo, selvatici e non, riuscendo a suddividere il Felis silvestris (il gatto domestico) in 5 sottogruppi: F. silvestris silvestris in Europa, F. s. bieti in Cina, F. s. ornata in Asia centrale, F. s. cafra in Africa meridionale. Con grande sorpresa il quinto gruppo, diffuso in Medio Oriente, il Felis silvestris libica, includeva anche diverse centinaia di gatti domestici che facevano parte del campione: il gatto selvatico dunque si è (in parte) addomesticato in quella zona e il ritrovamento di Cipro ne è la conferma. Da lì è giunto fino ai nostri appartamenti. Ma come e perché, dal momento che il gatto è un tipo solitario e "inutile" alla sopravvivenza dell´uomo? Per calcolo, visto che vicino agli umani si trovano sempre topi (all´epoca, causa granai) e rifiuti. L´uomo lo ha accettato perché scacciava i roditori, soprattutto il gatto ha sopportato l´uomo in quanto fornitore di cibo. Difficile ancora sapere come e quando da selvatico il gatto si è fatto, per così dire, affettuoso. Dopo Cipro, le più antiche tracce di contatto tra uomo e gatto risalgono a un molare di felino in Israele (9mila anni fa) e a un dente ritrovato in Pakistan (4mila anni fa). Ma una più completa testimonianza di domesticità felina è di 3700 anni fa: una statuetta di avorio rinvenuta in Israele. Poi in Egitto, 2900 anni fa, il gatto divenne compagno abituale, e da lì arrivò in Grecia, i Romani lo diffusero ovunque espandendo l´Impero, in Oriente arrivò con i commerci, in America pare con Colombo, in Australia con i coloni alla fine del XIX secolo. Quasi 60 razze di gatto domestico oggi, minime le differenze genetiche, identico il carattere, da sempre: seduttivamente umorale.