Carlo Rossella, La stampa 15/10/2009, 15 ottobre 2009
LA SIGNORA DEL POTERE E LA TALPA SCONOSCIUTA CHE LE RUB I SEGRETI
Di Maria Angiolillo ricordo l’eleganza. Era una delle donne meglio vestite al mondo. Mai eccessiva, portava raffinati tailleurs di giorno e abiti di tinta scura di gran taglio, di sera. L’abbinamento sempre perfetto con i gioielli era la sua cifra, pietre preziose e lavorazioni raffinate, quasi celliniane, che, come amava sottolineare lei, erano un regalo di suo marito, l’indimenticabile Renato Angiolillo.
Maria abitava in un villino a Trinità de’ Monti che domina Roma, ma era lei stessa a dominare la città, perché in quel salotto per decenni si sono incontrati i personaggi più importanti del Paese: Presidenti della repubblica, ministri di ogni genere, alti prelati, ambasciatori e tycoon di economia e finanza.
Ricordo, ricordo le cene a casa di Maria, selezionatissime e, quando erano di gran numero, non superavano le trentasei persone che lei divideva in tre tavoli diversi. A fianco della padrona di casa, l’ospite d’onore. Alla sua sinistra, immancabile, Gianni Letta. La cucina di casa Angiolillo era di tipo francese e il menu era scritto nella lingua di Proust: sempre pâté come antipasto, tagliolini al forno oppure pasta gratinata come primo, roastbeef come secondo, un’ottima torta al formaggio e infine un gelato e una crème brûlée con biscottini sottilissimi e friabili.
Appena terminata la cena, di corsa a prendere il caffè nei tre salotti della casa nei quali i signori fumavano il sigaro lasciando le mogli e le amiche alle conversazioni sui fatti del giorno.
Alla tavola di Maria si incontravano personaggi che fino a mezz’ora prima della cena si erano sbranati in Parlamento. Ma lei, con il suo tratto educato e il suo savoir faire sapeva amalgamare gli opposti e mescolarli, con una classe davvero unica.
Alla fine di ogni pranzo c’era il toast con un breve saluto di Maria (famosi i suoi discorsi natalizi) con un ritratto dell’ospite, a volte tratteggiato da Gianni Letta, a volte da Bruno Vespa. Un salotto come quello di Maria a Roma non c’è più. Nessuno mai più riuscirà a radunare persone così diverse, così importanti e così singolari. E anche bellissime signore. Indimenticabile tra tutte, Edwige Fenech.
L’unico cruccio di Maria in questi anni sono state le rivelazioni sui suoi ospiti, sui suoi pranzi e sulle battute uscite nel corso dei suoi pranzi, finite sul sito Internet Dagospia. Maria è morta senza scoprire mai l’identità dell’infiltrato o dell’infiltrata. La storia ci consegnerà il nome della talpa.