Mario Gerevini, Corriere della sera 15/10/2009, 15 ottobre 2009
«I conti e le nuove holding dell’Avvocato all’estero»- Altro dossier di Margherita Agnelli sulla rete di società TORINO – Una lettera e uno schemino societario: lì dentro compaiono nuove holding estere, finora sconosciute, riconducibili al «comparto riservato » di Gianni Agnelli
«I conti e le nuove holding dell’Avvocato all’estero»- Altro dossier di Margherita Agnelli sulla rete di società TORINO – Una lettera e uno schemino societario: lì dentro compaiono nuove holding estere, finora sconosciute, riconducibili al «comparto riservato » di Gianni Agnelli. La lettera è del manager svizzero Siegfried Maron. Intanto da altre carte inedite della causa torinese sull’eredità Agnelli vengono fuori i nomi di quindici banche nelle quali ci sarebbero stati conti correnti e depositi titoli dell’Avvocato. Seguiamo queste nuove piste. La causa Il giudice torinese Brunella Rosso, che ha fissato la prossima udienza (forse decisiva) per il 12 novembre, non ha tuttavia accolto alcun dossier (nè testimoni) tra quelli presentati da Margherita Agnelli de Pahlen a sostegno delle sue tesi. La figlia dell’Avvocato sospetta che una parte del patrimonio del padre sia rimasta indivisa e chiede giudizialmente il rendiconto dei beni ai presunti gestori, i manager Gianluigi Gabetti, Franzo Grande Stevens e Siegfried Maron. Loro ribattono che l’istanza di Margherita è infondata, inammissibile, che non hanno mai ricevuto mandati e poi, dice Gabetti, «l’avvocato Agnelli gestiva personalmente tutti i suoi beni». L’Agenzia delle Entrate sta approfondendo flussi contabili e schemi societari. Ma finora nessuna notizia di irregolarità. Le nuove holding Margherita Agnelli «è entrata in possesso – si legge in uno dei documenti agli atti a Torino – di prova documentale, costituita da una lettera del 18 giugno 2004, firmata dal signor Siegfried Maron (gestore dei family office svizzeri della famiglia, ndr ), che elenca una parte di società, trust e fondazioni» riconducibili all’ Avvocato. Su questa galassia sarebbero confluite «disponibilità liquide parte del suo patrimonio personale». Il documento è una bozza di fattura che Maron ha spedito a una serie di soggetti per conto dei quali aveva svolto servizi amministrativi. Vengono messe in fila società già note da due anni: Fima Calamus, Springrest, Sikestone, Sigma, tutte delle Isole Vergini Britanniche (Bvi), e Alkyone, la fondazione del Liechtenstein che era il perno della galassia. Poi però spuntano la Vencom Bvi, la European Ventures Group di Cayman, una stranissima «Farella» e si scopre che esisteva una Fima Panama e una Vilanda limited di residenza ignota anche se probabilmente è quella, con sede a Singapore, finita sotto il controllo di Margherita. Insomma, era una struttura ben più complessa di quello che finora è emerso. Alcune finanziarie, poi, sono state attribuite alle due eredi (il marito di Margherita, Serge de Pahlen, è stato presidente della Fima Bvi) e liquidate (Alkyone), di altre si sono perse le tracce. Nella Fima Bvi, quando l’Avvocato morì, c’erano 187 milioni (164 nella Springrest e 110 nella Sigma), frutto anche di una brillante operazione sul capitale della Lear Seating Corporation (sedili per auto) alla fine degli anni ”90: entrata con un 10%-12%, Fima uscì dopo la quotazione di Lear a New York incassando 250 milioni, uno spettacolare +800%. Ma che cosa c’era in Vencom, European Ventures e Farella? E qual era la funzione di Fima Panama? Probabilmente non si saprà mai. Le quindici banche L’articolato edificio societario che ospitava il patrimonio dell’ex presidente Fiat alimentava una gran quantità di rapporti bancari. O almeno questo ipotizza sua figlia che nelle indagini affidate a ex 007 dell’agenzia investigativa Kroll sostiene di aver individuato conti del padre, o comunque riferibili alla movimentazione del suo patrimonio, in quindici banche. Ha provato ad avere la documentazione ma gli è stata rifiutata e ha chiesto, senza successo, che il giudice ordinasse rogatorie internazionali. Resta l’elenco. Accanto a tipiche banche commerciali compaiono boutique del credito che tradizionalmente gestiscono su misura grandi capitali di ricchi privati (tra parentesi la sede dove è stato aperto il conto): Morgan Stanley (Zurigo), Jp Morgan (Ginevra), LGT Bank la banca del principe Hans-Adam (Vaduz-Liechtenstein), Bank Hofmann (Zurigo), Credit Suisse (Zurigo), Lombard Odier Darier Hentsch (Ginevra), Banque Pictet (Ginevra), Ubs (Zurigo), Deutsche Bank (Zurigo), Intesa Sanpaolo Private Banking (Torino), Banca Popolare di Bergamo (Bergamo), Royal Bank of Canada (Montreal), Lazard Llc (Parigi), Banque Artesia (L’Aia), Dexia Banque (Lussemburgo).