Questo sito utilizza cookies tecnici (propri e di terze parti) come anche cookie di profilazione (di terze parti) sia per proprie necessità funzionali, sia per inviarti messaggi pubblicitari in linea con tue preferenze. Per saperne di più o per negare il consenso all'uso dei cookie di profilazione clicca qui. Scorrendo questa pagina, cliccando su un link o proseguendo la navigazione in altra maniera, acconsenti all'uso dei cookie Ok, accetto

 2009  ottobre 15 Giovedì calendario

Accuse agli 007 italiani «Mazzette ai talebani per evitare gli attacchi»- La Russa: « soltanto spazzatura» Il Times di Londra in edicola oggi lancia accuse molto pesan­ti contro i servizi segreti italiani e, di riflesso, nei confronti del governo Berlusconi

Accuse agli 007 italiani «Mazzette ai talebani per evitare gli attacchi»- La Russa: « soltanto spazzatura» Il Times di Londra in edicola oggi lancia accuse molto pesan­ti contro i servizi segreti italiani e, di riflesso, nei confronti del governo Berlusconi. Il giornale britannico sostiene, in pratica, che gli 007 del nostro Paese han­no pagato i capi talebani per evitare attacchi ai militari che presidiavano la base di Surobi, 65 chilometri a est di Kabul. Nel luglio del 2008 quella base fu presa poi sotto controllo dai france­si, i quali un mese dopo, il 18 agosto, furono vitti­me di un agguato in cui 10 militari vennero massa­crati e 21 feriti. Secondo il Times , «i pagamenti clande­stini effettuati dai servizi se­greti italiani agli insorti afgha­ni hanno contribuito alla morte di 10 soldati francesi caduti in un sanguinoso agguato l’anno scorso nella regione orientale dell’Afghanistan». Il giornale londinese afferma che gli italiani tennero nasco­sta la storia dei pagamenti ai francesi, i quali però, vedendo che i loro colleghi italiani si muovevano con una certa tran­quillità, non presero particolari precauzioni. La mancata cono­scenza dei pagamenti li avreb­be indotti in errore, li avrebbe portati «a una valutazione erra­ta dei possibili pericoli e quindi alla catastrofe che ne è segui­ta ». Sono notizie che il Times di­ce di aver appreso da «fonti mi­litari occidentali». Specifica che le somme ammontavano a «de­cine di migliaia di dollari». Ve­nivano versate in «modo regola­re ai singoli comandanti nella zona di operazione delle truppe italiane». Gli americani, sostiene ancora il quotidiano, sa­pevano. E questo avrebbe provocato l’irritazione del­l’ambasciatore statuniten­se a Roma, Donald Spogli, che alcune settimane pri­ma dell’attacco al contingen­te francese, «fece una prote­sta » nei confronti del governo Berlusconi. Le informazioni erano state raccolte dagli americani grazie alle intercettazioni delle comu­nicazioni telefoniche. La scoper­ta delle transazioni monetarie clandestine lasciò «costernati» gli 007 degli Stati Uniti. Inizial­mente, però, gli americani rite­nevano che i pagamenti avveni­vano a Ovest, nella zona di He­rat, dove c’è una base a coman­do italiano. Successivamente si scoprì che le mazzette di banco­note venivano versate a est di Kabul, nella zona di Surobi, che in quel momento era sotto il controllo italiano. Si può anche pagare, sostiene un alto ufficia­le della Nato citato dal Times, ma «è una follia farlo senza rive­larlo ai tuoi alleati». La reazione del ministro del­la Difesa Ignazio La Russa alle accuse del Times è molto secca: «Ancora una volta il giornale londinese raccoglie spazzatu­ra ». Poi aggiunge che nell’esta­te del 2008 «io mi ero insediato da poco al ministero, non ho mai avuto notizia dai servizi se­greti di pagamenti ai capi tale­bani ». L’atteggiamento più benevo­lo verso gli italiani che operano in Afghanistan, secondo il mini­stro, non è dovuto ai dollari, «ma al comportamento dei no­stri militari, ben diverso rispet­to a quello degli altri contingen­ti, questo è alla luce del sole, lo­ro hanno sempre manifestato una vicinanza umana alla gente e ne vengono ricambiati. Mette­re in relazione tutto ciò con la morte dei francesi, poverini, mi sembra un’assurdità». C’è una valle a ovest di Ka­bul, controllata fino a poco tem­po fa dai turchi. «Ora – dice il ministro – ci sono gli italiani, sono andato a trovarli l’altro giorno. I turchi rimanevano chiusi nel loro bunker, gli italia­ni escono, parlano con la gente e ne stanno conquistando la fi­ducia ». Avveniva così anche a Suro­bi? Un anziano della zona, Hagi Abdullah Rackman, intervista­to dal Times , dice: «Non so di pagamenti, so che con gli italia­ni le relazioni erano buone».