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 2009  ottobre 15 Giovedì calendario

Polaroid, si torna all’istantanea - Il marchio-mito per le foto lancia nuovi modelli. E torna a produrre le pellicole ormai introvabili - Digitale ma anche analogica, mercato da 1,3 miliardi di dollari - Ritorna la Polaroid, con un piede nel passato e uno nel futuro

Polaroid, si torna all’istantanea - Il marchio-mito per le foto lancia nuovi modelli. E torna a produrre le pellicole ormai introvabili - Digitale ma anche analogica, mercato da 1,3 miliardi di dollari - Ritorna la Polaroid, con un piede nel passato e uno nel futuro. Il mitico marchio fondato nel 1937 dall’americano Edwin Land, e divenuto celebre con le macchine fotografiche istantanee che hanno influenzato arte e costume della seconda metà del XX secolo, si riaffaccia nel mondo della fotografia. Lo fa rispolverando la stessa filosofia che l’aveva reso famoso: perché non rendere istantanee anche su carte le foto digitali che istantanee lo sono ma solo su schermo? Così ecco nascere macchine digitali con stampante incorporata, che sputano fuori foto come accadeva un tempo, oppure ministampanti che si possono collegare via Bluetooth al cellulare o con il solito cavetto alla fotocamera. Ma l’operazione non finisce qui. La notizia di ieri è che rivivrà anche la tradizionale pellicola analogica, e per iniziare in bianco e nero. Polaroid promette così di rivolgersi non solo a chi non l’ha dimenticata, ma anche ai più giovani che non l’hanno mai sentita nominare. Protagonista di questo ritorno è Summit Global Group, un consorzio di tre società che operano nel settore del digital imaging che lo scorso giugno aveva preso in licenza il marchio Polaroid dal proprietario Plr Ip Holdings per cinque anni. Finora Summit ha lanciato il PoGo, una fotocamera digitale con incorporata stampante che riesce a sputare fuori la foto proprio come accadeva un tempo. Un secondo modello di PoGo è invece una semplice ministampante che si collega via Bluetooh al cellulare o via cavetto alla fotocamera che già si ha. Solo un assaggio, dicono in Summit, dei nuovi modelli che saranno lanciati il prossimo anno, tra cui la Polaroid Two. Ma ciò di cui gli appassionati vociferavano da un po’ è proprio il ritorno dell’analogico. E a Hong Kong, ieri, il management della società ha annunciato l’introduzione nel 2010 di una nuova linea di macchine istantanee (il modello One Step, lanciato alla fine degli anni ’70) e annessa pellicola. L’obiettivo del rilancio di Polaroid è generare un business pari a 1,3 miliardi di dollari (circa 900 milioni di euro) in cinque anni a partire dal 2009. Non è la prima volta che il marchio prova a diversificare, visto che già nel 1996 aveva lanciato la sua prima macchina fotografica digitale, filone in seguito abbandonato per continuare a puntare sull’analogico entrato in rapido declino alla fine degli anni ’90. Adesso le idee sono più chiare e a guidare questa manovra a tenaglia c’è Giovanni Tomaselli, managing director di Summit Global, che spiega: «reintrodurre l’istantanea e l’espansione dei prodotti digitali avvicineranno il marchio Polaroid ai consumatori più giovani». Quelli che non hanno mai visto lo sviluppo di un’istantanea. Per milioni di fan nel mondo, come detto, il tuffo al cuore è rappresentato dal ritorno delle cassette (con batteria inclusa) da 10 foto da inserire nella macchina fotografica. A realizzare il «miracolo», dopo la fine dei film tipo SX-70 (il primo modello nato nel 1972, seguito nel 1981 dal 600) nel 2006 e la chiusura degli impianti nel 2008, ci ha pensato The Impossible Project, un gruppo guidato dall’artista e businessman austriaco Florian Kaps, che a ottobre dell’anno scorso ha raccolto 2,6 milioni di dollari e preso in affitto da Polaroid il vecchio impianto olandese di Enschede. Insieme a un team di ex ingegneri e impiegati della fabbrica (gli Impossibili), Kaps è riuscito quest’estate a produrre un nuovo tipo di film istantaneo. Perché lo scopo degli Impossibili era proprio questo: reinventare un prodotto i cui «ingredienti» chimici erano ormai introvabili. Grazie alla collaborazione di Ilford, il colosso delle pellicole in bianco e nero, The Impossible Project sta riuscendo nell’impresa ed è ora uno degli alleati strategici di Summit Global Group (il secondo, per il digitale è Zink imaging). «All’inizio produrremo il film in bianco e nero», spiega Kaps a ItaliaOggi, «sia per le SX-70 che le 600. E ovviamente per le nuove fotocamere che Polaroid metterà in commercio», poi seguirà quello a colori. Il prezzo per il momento, aggiunge «non è stato ancora fissato, ma dovrebbe tenersi sui livelli attuali», attorno cioè ai 20 euro come risulta da polapremium.com, il sito su cui Kaps vende film Polaroid e altre memorabilia. Per il 2010 gli Impossibili commercializzeranno un milione di cassette, per passare a 3 l’anno dopo e raggiungere infine il potenziale massimo di 10 milioni. Una quota al di sotto di quei 24 milioni che lo stabilimento aveva sfornato solo nella prima metà del 2008, prima della chiusura: segno che la domanda c’è ancora, anche se ridimensionata. E quando da Enschede uscirà un lotto di nuovo film Polaroid (per il momento sarà una piccola tiratura, affiancata dalla produzione marcata Impossible Project) ci sarà anche aria di competizione. Perché Polaroid, che nel 1985 vinse negli Usa una causa milionaria contro Kodak influenzando il destino dell’instant film, ritroverà un vecchio concorrente: la giapponese Fuji, nello stesso mercato dai primi anni ’80 che con la sua linea Instax, lanciata alla fine degli anni ’90, rappresenta per il momento l’unico tipo di pellicola istantanea in produzione.