Pierluigi Magnaschi, ItaliaOggi 15/10/2009, 15 ottobre 2009
Solo al Cav. è consentito fare la satira di sé stesso? - Quando Michele Santoro portò ad Annozero l’escort Patrizia D’Addario, insorse indignato tutto il vertice del Popolo della libertà, che gridò alla bieca strumentalizzazione di una vicenda che, essendosi svolta sotto la cintola, avrebbe dovuto rimanere nascosta sotto le lenzuola
Solo al Cav. è consentito fare la satira di sé stesso? - Quando Michele Santoro portò ad Annozero l’escort Patrizia D’Addario, insorse indignato tutto il vertice del Popolo della libertà, che gridò alla bieca strumentalizzazione di una vicenda che, essendosi svolta sotto la cintola, avrebbe dovuto rimanere nascosta sotto le lenzuola. Adesso però, a Mediaset, sulla 5, il canale ammiraglio della flotta televisiva del premier, e in una trasmissione di massimo ascolto, è stata autorizzata, dallo staff dirigenziale della tv del Cavaliere, l’esibizione del cantante Luca Medici, in arte Checco Zalone, che ha si è cimentato nella «Canzone di Patrizia» che, in paese normale, dovrebbe essere vietata a minori. In questa canzone, il comico ha strimpellato, sulle note di «Marinella» e del «Pescatore» di Fabrizio De André, un testo che cominciava così: «Quella della D’Addario è una storia vera / che si trovò a Palazzo quella sera / è il premier che la vide cosi bella / sul letto di Putin la mise a pecorella / e furono baci e furono sospiri / sono altri mille euro se ti giri». La canzone di Zalone prosegue con accresciuta volgarità, tipo: «Durò tutta la notte questa cotta / adesso fai una doccia, poi un’altra botta». Poteva mancare un vigoroso accenno alla turgidità contro ogni evidenza? No, c’è anche quella, riprodotta in questi due versi, si fa per dire: «Mentre Barack Obama era eletto / il nostro presidente era eretto». Checco Zalone arriva, credo tra l’ilarità compiaciuta dei dirigenti della 5, a dire: «O Patrizia ti dobbiamo ringraziare / tu alla patria rialzi il morale». E finiamo qui, per rispetto ai nostri lettori. Che cosa concludere da questa vicenda? Primo, che Berlusconi, evidentemente, ritiene di poter essere oggetto di una satira, anche al vetriolo, solo quando (come facevano i re con i loro giullari) questa è espressa da suoi collaboratori, mentre, secondo lui, la satira è assolutamente vietata quando è fatta da gente che non è a suo libro paga. Secondo, che mentre Checco Zalone intinge la sua creatività in una volgarità fine a sé stessa (una volgarità zozza) non si può certo cercare di negare che ad Annozero si svolgeva, in contraddittorio, un dibattito di costume e politico. Oltretutto (con un effetto sicuramente non voluto e non previsto da Santoro) l’esibizione della D’Addario ad Annozero è coincisa anche con la polverizzazione mediatica di questa escort che si è mostrata a tutti per quella che è, cioè per una che più escort di così si muore e che, per di più, è anche una ricattatrice. Tant’è che, qualche giorno dopo, venne diffusa una sua foto con, sulla schiena, appena sotto la camicetta, la cimice del registratore che è il suo principale strumento di lavoro, per lei indispensabile come la gobba imbottita sulla schiena che è adottata dai motociclisti da Gp.