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 2009  ottobre 15 Giovedì calendario

IN LUSSEMBURGO VA DI MODA IL ROSSO BENETTON


 stato davvero l’anno nero per gli italiani in Lussemburgo. Dopo Carlo De Benedetti (in rosso per più di 200 milioni di euro) e Luca Cordero di Montezemolo (perdite per 8,4 milioni di euro) a versare le proprie amare lacrime nel Granducato è stata la famiglia Benetton al gran completo, in testa i fratelli Gilberto e Luciano. La loro Sintonia società anonima ha perso nell’ultimo bilancio depositato al registro di commercio di Lussemburgo 46 milioni e 232 mila euro. Così alla famiglia degli industriali veneti nota nel mondo per le maglie di mille colori, l’unica tinta restata in tasca è il rosso.

Non è bastato loro scaricare i guai sui nuovi soci entrati fra il 2008 e il 2009: Mediobanca, Sinatra (Goldman Sachs) e Gic-Elmbridge (fondo sovrano di Singapore) per arginare gli effetti che sta producendo sulla lussemburghese del gruppo di Ponzano Veneto e sulla famiglia Benetton l’avventura in Telecom Italia. A pesare sui conti e trascinarli a fondo è infatti stata ancora una volta la partecipazione in Telco, la finanziaria che controlla il gruppo di telecomunicazioni italiano e che gli stessi dispiaceri ha provocato agli altri azionisti nazionali ed esteri. Ad avere compromesso i conti lussemburghesi dei Benetton sono infatti state due svalutazioni prima di tutto, quella in Telco il cui valore della partecipazione è passato da 412 a 295,3 milioni di euro (con una riduzione di 116,7 milioni di euro) e quella in un’altra partecipata lussemburghese, la Euroqube sa messa in liquidazione e svalutata di 0,2 milioni di euro.
Tracollo

Anche se altre partecipazioni hanno offerto più dividendi dell’anno precedente, è nelle tlc che si trova la principale spiegazione del tracollo lussemburghese dei Benetton, passati da un utile 2007 di 90,9 milioni di euro alla perdita di 46,2 milioni dell’anno successivo. La svalutazione della partecipazione di Telco per altro è stata imposta a tutti gli azionisti dopo una ricognizione sul reale valore di portafoglio delle telecomunicazioni italiane effettuata dai consulenti di Lazard. Un rapporto della banca francese del dicembre 2008 sulla partecipazione del 24,5% detenuta in Telecom Italia ha portato a una svalutazione di 1,377 miliardi di euro rispetto al valore di carico di 8,59 miliardi di euro. Gli azionisti di Telco avevano considerato il valore di Telecom Italia pari a 2,69 euro per azione. Dopo la svalutazione effettuata che ha inciso anche sulla holding lussemburghese dei Benetton il carico è sceso a 2,20 euro per azione. Una stima fin ottimistica, certo convinta del piano di risanamento finanziario varato da Franco Bernabè.

Ma a dieci mesi esatti da quella svalutazione pochi investitori devono averci creduto: il titolo Telecom Italia oggi oscilla fra 1,1 e 1,2 euro e una ulteriore svalutazione della partecipazione è evidentemente alle porte. Unica fortuna per Sintonia sa (società anonima come quelle di diritto lussemburghese), quella di essere stata esclusa dal prestito subordinato che nel dicembre 2008 hanno sottoscritto tutti gli altri azionisti di Telco, fino a un massimo di 230 milioni di euro. Sono invece tre le partecipate che hanno versato nelle casse lussemburghesi dei Benetton dividendi consistenti. Si tratta di Schemaventotto (115,7 milioni di euro), della controllata Atlantia- che possiede la società Autostrade in Italia- (28, 2 milioni di euro) e della Sagat spa (1 milione di euro), a cui sono collegati gli aeroporti di Torino, Firenze e Bologna.
Interviene Mediobanca

Vista la frana dei conti 2008 e le prospettiva di fare il bis nel 2009, la scorsa primavera i Benetton hanno chiamato dal 16 febbraio al capezzale di Sintonia sa un manager di lungo corso come Stefano Cao, già uomo di punta del gruppo Eni. Ha subito potuto beneficiare di un prestito subordinato da 166,8 milioni di euro sottoscritto dal nuovo azionista di minoranza, Mediobanca. Parte di quel denaro fresco, 65 milioni è stato immediatamente girato alla controllata Infrastrutture e investimenti per analogo prestito subordinato. I restanti 101,8 milioni di euro sono stati impiegati da Sintonia per alleggerire la propria posizione finanziaria netta.