Andrea Bonaccorsi, Nòva-24 15/10/2009;, 15 ottobre 2009
BREVIARIO DELL’INNOVAZIONE - MERITO AL MERITO
Ecco un’altra cosa che mi fa girare le scatole. Se sei bravo a fare i temi, voglio dire, e uno comincia a parlare delle virgole. Stradlater non faceva altro. Voleva farti credere che lui era una schiappa a fare i temi solo perché metteva tutte le virgole al posto sbagliato. In questo era un po’ come Ackley. Io una volta ero stato seduto vicino ad Ackley alla partita di pallacanestro. Avevamo in squadra un tipo formidabile, Howie Coyle, che riusciva a piazzarle da metà campo senza nemmeno far rimbalzare la palla sul legno né niente. Per tutta quella maledetta partita, Ackley aveva continuato a dire che Coyle aveva proprio la struttura fatta apposta per la pallacanestro. Dio, quanto odio queste cose! J.D. SALINGER Il giovane Holden •
Per innovare occorre saper riconoscere le buone idee da qualunque parte provengano. La qualità delle idee e delle persone che le propongono deve contare più della fedeltà al capo o dell’efficienza. Ma naturalmente chi costruisce il successo non sulla qualità delle idee e sui risultati ma sul ruolo ha interesse a ostacolare, rallentare, filtrare.
In molti casi non è necessario opporsi. Una strategia di grande efficacia è minimizzare la qualità dei contributi degli altri. Screditare, ricondurre alla normalità, sminuire. Far arrivare alle orecchie del capo il messaggio che, in fin dei conti, non c’è niente di nuovo. Soprattutto evitare che il confronto avvenga sul merito. Sì, è vero, fa canestro senza toccare il tabellone, ma in fondo che merito ha? Ha il fisico, ha la struttura.
Se avete un collega di grande talento, è facile che il giudizio degli altri sia «sì, bravo, ma arriva sempre tardi alle riunioni» oppure «certo si vede poco». Per questo è molto importante che il vertice metta in chiaro quali sono i criteri di performance. Se lascia spazi di ambiguità, il valore delle idee sarà sempre sminuito.
La mortificazione del talento è un formidabile ostacolo all’innovazione.