Cristina Nadotti, la Repubblica 15/10/09, 15 ottobre 2009
Guerra totale ai chewing gum sui marciapiedi - Molto più del fastidio temporaneo di sentire la scarpa incollata all´asfalto
Guerra totale ai chewing gum sui marciapiedi - Molto più del fastidio temporaneo di sentire la scarpa incollata all´asfalto. Molto più anche dell´irritazione di vedere tutte quelle macchie scure su piazze e marciapiedi. Un chewing gum buttato per terra è dannoso, perché inquina più di un mozzicone di sigaretta e di un pezzo di plastica, che si possono raccogliere con facilità, mentre la gomma malefica va staccata con procedimenti complessi e solventi a loro volta inquinanti. L´ultima città ad aver dichiarato guerra ai chewing gum è Barcellona, dove si calcola ne restino appiccicati per strada oltre venti in un metro quadrato ogni mese. una media, perché sulle Ramblas, vetrina turistica della città, se ne contano almeno sei per mattonella. Il comune chiede perciò ai cittadini maggiore responsabilità, visto che l´unica macchina creata apposta per rimuovere le chiazze nerastre non basta neanche a ripulire le vie più importanti. In Italia si consumano circa 23mila tonnellate di gomme da masticare all´anno e, se tutti le gettassero per terra, il costo per raccoglierle arriverebbe a 23 miliardi di euro. Tuttavia sono stati soltanto alcuni sindaci di comuni minori (Monte Argentario nel 2008 e Treviso nel 2001) a lanciare l´allarme contro l´inquinamento da chewing gum. In giro per il mondo invece il problema è tanto sentito da aver prodotto alcune iniziative eclatanti. Lo scorso agosto nel centro di Amsterdam i turisti venivano informati che possono essere necessari fino a 50 anni (e comunque non meno di 5) per smaltire una gomma masticata, mentre Rotterdam è andata meno per il sottile e ha cominciato a multare, 90 euro la sanzione, chi butta per terra gomme e mozziconi di sigaretta. La Germania ha puntato sull´aspetto economico, calcolando che togliere dall´asfalto una gomma masticata è un lavoro di due minuti al costo di un euro, somma che grava complessivamente per 900 milioni all´anno sulle casse delle amministrazioni municipali. L´esempio di Singapore, che già nel 1992 bandì il chewing gum dall´isola-Stato, potrebbe essere seguito dalla città di Adelaide, in Australia, dove nei giorni scorsi il sindaco Michael Harbison ha minacciato di proibirne la vendita, a meno che i distributori non si facciano carico delle spese per pulire le strade. La Gran Bretagna, all´avanguardia in campo ecologico, ha affrontato il problema da due lati. Nei supermercati si comprano a un euro e 50 al pacchetto i primi chewing gum del tutto biodegradabili, che non si attaccano al suolo e si dissolvono in sei settimane. Le Chicza Rainforest Gum, prodotte da un gruppo di 56 cooperative messicane dello Yucatan, sono anche equo-solidali, perché il consorzio dà lavoro a più di duemila persone con scarso impatto sull´ambiente. Siccome però le gomme sintetiche vanno rimosse, ricercatori di Manchester e Belfast hanno ideato una soluzione speciale di enzimi efficace per sciogliere i blocchi masticati, al momento rimossi soltanto con complicate macchine a vapore o corrosivi chimici altamente inquinanti. Di sicuro il problema va affrontato, visto che il consumo di chewing gum è aumentato del 7 per cento negli ultimi tre anni.