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 2009  ottobre 15 Giovedì calendario

La donna che abortì 15 volte: libro-shock sconvolge gli Usa - La donna che ha fatto 15 aborti in 16 anni ha un sorriso bellissimo e una paura sola: «Che qualche fanatico ci possa fare del male

La donna che abortì 15 volte: libro-shock sconvolge gli Usa - La donna che ha fatto 15 aborti in 16 anni ha un sorriso bellissimo e una paura sola: «Che qualche fanatico ci possa fare del male. No, non ho paura per me, ma per le mie due bambine». Loretta, 3 anni, e Lolita, 5 anni, un giorno sapranno. «Sono uscita da un incubo», dice Irene Vilar, 40 anni, l´agente letterario di Denver che dopo 51 rifiuti è riuscita a pubblicare quel libro che è già uno scandalo, Maternità impossibile: la testimonianza di una aborto-dipendente. La storia sembra incredibile ma è vera. L´editore ha assunto un avvocato per verificarla e ha trovato tutte le certificazioni. Perché l´ha fatto? «Amavo un uomo più grande di me, un professore di letteratura. Avremmo potuto essere una coppia soltanto se io rinunciavo ad avere bambini. Diceva: i figli sono incompatibili con la libertà». Lei per senso di ribellione non usava contraccettivi. Abortì una, due, tre, quattro volte: «Sapete come funziona la droga?». Il Los Angeles Times la raggiunge a Denver con la promessa di non rivelare dove vive: troppo pericoloso. La sua storia è finita sulla tv Abc. Il libro è doloroso e bello, per lo scrittore cult Junot Diaz «un viaggio in un sottobosco straziante». Proprio ieri il Guttmancher Istitute ha ricordato che oltre 70mila donne muoiono ogni anno per aborti in condizioni precarie. La diffusione dei contraccettivi fa diminuire i casi (45,5 milioni nel 1995, 41,6 nel 2003) ma «le restrizioni legali non fermano gli aborti, li rendono più pericolosi». Dice Irene che se non ci fosse stato l´aborto legale a quest´ora sarebbe già morta. Ma lei, che è passata anche per due tentati suicidi, sa che il suo libro è troppo scandaloso non solo per i pro-life militanti anti-abortisti, ma perfino per i pro-choice. Ora la femminista Robin Morgan, che ha scritto l´introduzione al libro, si chiede: «Siamo colpevoli anche noi?». Risposta: «Loro rischiarono la loro vita per darmi questa libertà: io ne ho abusato. Ma grazie a quella libertà sono viva». Irene arriva da Porto Rico, lo stato vassallo che per anni gli americani utilizzarono come laboratorio per la ricerca anticoncezionale, dove sperimentarono contraccettivi venti volte più potenti di quelli attuali e negli anni Trenta avviarono un programma di sterilizzazione coatta. Qui, quando diede alla luce un altro figlio, i medici minacciarono la mamma di Irene di sospenderle le cure se non si fosse fatta legare le tube. Sua madre è morta suicida lanciandosi da un´auto sotto i suoi occhi. Sua nonna, storica attivista portoricana, ha passato la vita in galera. Due suoi fratelli sono tossicodipendenti. In questo inferno Irene Vilar ci ha messo 11 anni per liberarsi dell´uomo che odiava i bambini. Un altro compagno, due figlie. Nel mezzo della notte si chiama il nuovo libro a cui sta già lavorando. sulla gioia della maternità, dice.