Angelo Aquaro, la Repubblica 15/10/09, 15 ottobre 2009
Boom di reclute per Obama: la crisi dà una mano all’esercito - Scordatevi il vecchio Zio Sam con il dito puntato
Boom di reclute per Obama: la crisi dà una mano all’esercito - Scordatevi il vecchio Zio Sam con il dito puntato. No, non c´è più bisogno che qualcuno dica gli americani «Voglio te», non c´è più bisogno di dare la caccia ai ragazzi da mettere in fila per fare la guerra. Almeno per ora, almeno per quest´anno, l´anno record del reclutamento. Tra Esercito, Marina, Aviazione e Marines il presidente Barack Obama ha fatto meglio del suo predecessore George W. Bush arruolando la bellezza di 168.900 uomini, quasi 5mila in più rispetto all´obiettivo prefisso di 164mila. Anzi, Obama ha fatto meglio di chiunque dal 1973 da oggi, da quando cioè gli Usa - sull´onda delle proteste del Vietnam - hanno abolito la ferma obbligatoria trasformando il servizio in volontario. Un record, il pieno di militari del presidente Nobel per la pace. Che però ha anche un´altra faccia della medaglia: tutti gli esperti giurano che ha una spiegazione sopra le altre, e si chiama crisi economica. Una benedizione per i signori della guerra: l´obiettivo è stato centrato sia numericamente, al 103% (cioè oltre le aspettative) sia qualitativamente, con il 95% di reclute con il diploma di scuola superiore contro l´83 dell´anno scorso. Curtis Gilroy parla per il Pentagono e lo dice a chiare lettere: l´incremento del 10 per cento nella disoccupazione porta dal 4 al 6 per cento in più di arruolamenti di qualità. Aumentano anche i bonus per le reclute: 14mila invece dei 12mila dollari del 2008. Riassume Bill Carr del ministero della Difesa: «La disoccupazione si è dimostrata un´arma vincente». Riuscirà il presidente a dispiegarla nel migliore dei modi? Ieri Obama si è riunito per la quinta volta con il suo gabinetto di guerra per discutere della nuova strategia in Afghanistan. Il generale Stanley McChrystal, comandante della missione, continua a premere per l´invio di nuove truppe. Non passa giorno che l´uomo che in Iraq catturò Al Zarqawi non lanci un nuovo allarme: ieri ha lasciato trapelare uno scenario terribile, il peggioramento della corruzione potrebbe riportare l´Afghanistan a diventare un «paradiso» per i terroristi. Frena sull´aumento di truppe il vicepresidente Joe Biden, in questi giorni glorificato da una copertina di Newsweek e un´analisi del New York Times. E Obama? Il vero obiettivo è la sconfitta di Al Qaeda, non l´annientamento dei Taliban, dice l´ultimo mantra che si ascolta a Washington. McChrystal chiederebbe 80mila uomini e si accontenterebbe di 40mila: ma se la mission cambia anche quella richiesta diventa eccessiva. Il boom dei reclutamenti è un´ottima notizia. La capacità di innescare forze fresche è fondamentale in guerre logoranti come quelle afgane e irachene: lo scorso anno il periodo di missione era stato portato da 12 a 15 mesi proprio per meglio ruotare i dispiegamenti. E visto il successo della «raccolta» il Pentagono nel 2010 potrà tagliare l´11 per cento dai suoi 5 miliardi di budget: ogni anno spende in media 10mila dollari a persona nella campagna-reclutamento. Sorride dal sito goarmy.com il sergente Star: è la guida che risponde a tutte le vostre domande sull´arruolamento ma, soprattutto, è l´unico militare che in guerra non ha nulla da perdere. Che gli frega, lui è un avatar, una guida virtuale: lui in guerra non muore. Per quelli che muoiono, invece, da ieri valgono le nuove regole decise dal Pentagono dopo lo scandalo della foto Ap del marine ucciso: «Garantiremo decoro e privacy», basta immagini dei caduti in guerra.