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 2009  ottobre 14 Mercoledì calendario

Confalonieri-Scalfari, botta e risposta sulla visita ad Arcore - «Eugenio Scalfari dimostra memoria corta, ad Ar­core ci venne, io c’ero»

Confalonieri-Scalfari, botta e risposta sulla visita ad Arcore - «Eugenio Scalfari dimostra memoria corta, ad Ar­core ci venne, io c’ero». Lo rac­conta Fedele Confalonieri, com­mentando l’intervento di Euge­nio Scalfari lunedì sera a L’Infe­dele su La7 e quindi conferman­do le affermazioni di Ferruccio de Bortoli, direttore del Corriere della Sera . «Ho ascoltato l’inter­vento telefonico di Eugenio Scal­fari a L’Infedele . E sono rimasto stupito di come abbia risposto a un’argomentazione ineccepibile di Ferruccio de Bortoli: «De Bor­toli ha detto una falsità. Io e Ca­racciolo non siamo mai andati ad Arcore a chiedere interventi di Berlusconi». Secondo Confalonieri «Scalfa­ri dimostra memoria corta, per­ché io c’ero e posso testimoniare che quell’incontro è avvenuto. E ricordo ancora la metafora im­mobiliare con cui quella sera a cena Scalfari e Caracciolo descris­sero la loro situazione azionaria nei confronti di De Benedetti. Cioè: ’Siamo rimasti come una casetta all’interno di un grande piano di lottizzazione: circonda­ti’ ». Confalonieri ha aggiunto che «lo stesso Scalfari, peraltro, ha ricordato quella serata in un articolo su L’Espresso del febbra­io 2004 intitolato Silvio e il suo cane Fidel . Scriveva Scalfari che lui e Caracciolo al termine della cena mi ascoltarono suonare Rapsodia in blu per una ventina di minuti. Non credo fossero ve­nuti fino ad Arcore solo per senti­re la Rapsodia in blu ... ». Replica di Scalfari: «Non sono io ma Con­falonieri ad avere vuoti di memo­ria. La verità è questa: Caraccio­lo ed io andammo ad Arcore a ce­na, visitammo la villa e poi, nella sala di musica, con pianoforte a coda che Berlusconi ci disse es­ser quello di Toscanini, Confalo­nieri suonò da maestro la Rapso­dia in blu . Poi accompagnò Sil­vio in un repertorio divertente di canzoni americane e francesi degli anni ”40 e ”50». Scalfari pre­cisa che è «tutto vero. Io stesso l’ho raccontato in un articolo del 2004, come lo stesso Confalonie­ri ha ricordato. Ma non dice la data. Gliela dico io: era il 1984. Rete4 era ancora (per poco) del­la Mondadori e perdeva un sac­co di soldi perché Berlusconi, che aveva già Canale5 e Italia1, praticava un ’dumping’ delle ta­riffe pubblicitarie per mettere in crisi la Mondadori». Ancora il ri­cordo di Scalfari: « L’Espresso era azionista con l’11% di Rete4. Andammo da Berlusconi per chiedergli di smetterla con il ’dumping’ delle tariffe. La cena fu ottima, la musica divertente e l’ospite ci promise che così avrebbe fatto. Naturalmente non lo fece affatto perché è sempre stato un grandissimo bugiardo. Quanto a De Benedetti, aveva al­lora acquistato una piccola quo­ta azionaria della Mondadori per aiutare Mario Formenton in un momento di gravi difficoltà». Indirettamente di Scalfari si parlerà anche domani al Cda Rai. Il presidente Paolo Garim­berti ieri ha annunciato che il di­rettore del Tg1 Augusto Minzoli­ni (che oggi si confronterà con la commissione di Vigilanza pre­sieduta da Zavoli) verrà ascolta­to per un’audizione fissata da tempo ma anche per il servizio dedicato dal Tg1 lunedì sera alla «guerra delle testate», cioè al confronto tra Corriere della Sera e La Repubblica . Secondo quan­to ha osservato Garimberti, il Tg1 ha sentito i direttori del Cor­riere , ndel Riformista , Antonio Po­lito, e di Libero , Maurizio Belpie­tro. Lo stesso Minzolini ha dato conto della posizione del quoti­diano diretto da Ezio Mauro. Per il presidente della Rai però è mancata la voce di Repubblica e di Eugenio Scalfari, che aveva considerato «insufficiente» la re­plica di Ferruccio de Bortoli agli attacchi del premier Silvio Berlu­sconi.