Gianmaria Pica, il Riformista 13/10/2009, 13 ottobre 2009
Ecco il consiglio di sicurezza Rcs tre super-soci più due fuori dal patto- Mappa. L’equilibrio Bazoli-Geronzi
Ecco il consiglio di sicurezza Rcs tre super-soci più due fuori dal patto- Mappa. L’equilibrio Bazoli-Geronzi. Grana per Passera: i pm gli bocciano il piano Risanamento. Il direttore del Corriere della Sera, Ferruccio de Bortoli, nella nota con cui ieri ha risposto a Eugenio Scalfari e a Marco Travaglio, parlando degli azionisti Rcs, scrive che «a volte assomigliano al Consiglio di sicurezza dell’Onu, tanto sono diversi tra loro». Un po’ consiglio dell’Onu, un po’ consiglio della Rai. In Rcs la partita si gioca all’interno del patto di sindacato. Gli azionisti si possono suddividere in tre gruppi. L’azionariato del gruppo editoriale che controlla Corriere ha 15 grandi soci, 13 dei quali siedono nel patto di sindacato dell’azienda: l’accordo - come scritto negli estratti dei patti parasindacali depositati in Consob - «volto ad assicurare la stabilità della compagine sociale e l’unicità di indirizzo nella gestione sociale». Gli azionisti del patto rappresentano circa il 63,5 per cento delle azioni Rcs. L’equilibrio nell’editoriale che pubblica il primo quotidiano d’Italia è retto dal rapporto tra i due banchieri seniores del sistema italiano: Giovanni Bazoli e Cesare Geronzi. Intorno a loro si organizzano gli altri. Vediamo per sommi capi la mappa degli schieramenti interni al patto, tenendo conto che le sfumature sono tante ed è difficile registrarle in tempo reale. Il primo asse è quello che fa perno sulla Mediobanca di Cesare Geronzi (principale azionista Rcs con 13,7 per cento delle quote). Il banchiere è il principale garante dell’equilibrio interno di Rcs, del rapporto tra i soci e, in un certo senso, tra il giornale e il mondo esterno, a partire dal presidente del Consiglio Silvio Berlusconi con cui è in ottimi rapporti da molti anni. In stretta cordialità con Mediobanca c’è il gruppo Fondiaria Sai dell’immobiliarista e finanziere Salvatore Ligresti: possiede il 5,3 delle azioni Rcs. Su quest’asse ci sono anche la Pirelli di Marco Tronchetti Provera (5,2 di Rcs) e le Assicurazioni Generali, di cui Mediobanca è primo azionista e che possiede una quota del 3,7 di Rcs. Il secondo asse, invece, fa capo a Giovanni Bazoli: il presidente del consiglio di sorveglianza di Intesa Sanpaolo che - proprio con Intesa (4,9 per cento) e con la finanziaria Mittel (1,2) - con le sue sole forze vale il 6,2 per cento delle azioni Rcs. Quota che un po’ deve condividere con il consigliere delegato di Intesa, Corrado Passera, con cui - proprio nel delicato passaggio della successione Mieli - si è scontrato: Passera avrebbe preferito che restasse Mieli, il professore sosteneva De Bortoli. Nel rapporto tra i due big di Intesa si aggiunge un’altra grana: ieri i pm hanno bocciato il piano predisposto da Passera per la ristrutturazione di Risanamento, la società che fa capo a Luigi Zunino, finanziata da Intesa. Bazoli - politicamente di formazione popolare e democristiana, allievo di Beniamino Andreatta, cugino politico di Romano Prodi - in Rcs può contare anche sulla vicinanza della Sinpar, la società di investimenti e partecipazioni della famiglia Lucchini (2 per cento). Vicini a Bazoli sono anche i Pesenti che controllano una quota del 7,4 per cento, i quali però sono sempre un po’ a metà strada e hanno anche buoni rapporti con Mediobanca di cui sono azionisti. Il terzo gruppo è fatto di componenti varie. La quota più forte è quella Fiat, secondo azionista con il 10,3 per cento. Nella divisione dei ruoli in Fiat, per molti anni la quota è stata nella disponibilità delle scelte di Luca di Montezemolo e non di Sergio Marchionne, ed è stata decisiva negli anni della direzione Mieli, che riusciva a tenere in equilibrio questo complicato sistema azionario. Ora vedremo come si organizzerà la Fiat (peraltro è stata oggetto - come ha ricordato ieri lo stesso de Bortoli - della vigilanza giornalistica del giornale nella vicenda Intesa-Fideuram). Un tempo c’era un legame stretto tra la quota Fiat, quella della holding Dorint di Diego Della Valle (5,4 per cento) e della Merloni Invest che fa capo a Francesco Merloni, fratello di Vittorio. Oggi i rapporti sono più laschi: quel mondo è tutto in fase di riorganizzazione. Nel gruppo misto anche la Er.Fin., la finanziaria della famiglia Bertazzoni (1,2 per cento) e la quota posseduta dall’Edison di Umberto Quadrino (1 per cento). Alcuni ritengono che Quadrino vorrebbe cedere le partecipazioni in Rcs: oggi Edison è turnista del patto, la quota è rappresentata da Giuliano Zuccoli (presidente Edison), uomo vicino a Mediobanca. Zuccoli ha guidato l’operazione - ostile a Bazoli - che ha portato le utility Aem, Asm e Amsa a fondersi nella società A2a. Fuori dal patto ci sono altri due azionisti pesanti: Giuseppe Rotelli, imprenditore sanitario di matrice cattolica, e la famiglia Benetton.