Bruno Ruffilli, La stampa 10/10/2009, 10 ottobre 2009
Quando Internet divora i suoi figli- Morire a 15 anni, uccisi dal progresso: è la sorte di Geocities, che chiuderà il 26 ottobre, segnando per Internet il tramonto di un’era
Quando Internet divora i suoi figli- Morire a 15 anni, uccisi dal progresso: è la sorte di Geocities, che chiuderà il 26 ottobre, segnando per Internet il tramonto di un’era. Le voci si rincorrevano, ma solo lo scorso giugno è arrivata fa una prima mail ufficiale che annunciava la fine del servizio, e tre giorni fa un’altra comunicazione: «Il suo sito non apparirà più su Internet e non sarà più possibile accedere ai file». Due le alternative: copiare tutto il materiale sul proprio pc, per rimetterlo online con un altro indirizzo, o rivolgersi ai servizi di Yahoo!, attuale proprietaria del marchio. Nata nel ”94 in California, Beverly Hills Internet ha preso il nome attuale, Geocities, solo l’anno successivo. Ma fin dall’inizio i membri potevano scegliere di alloggiare la propria pagina Web in una delle sei città disponibili: Colosseum per gli sportivi, Hollywood per gli appassionati di cinema, WestHollywood per la comunità gay e lesbica e altre (nel 1999 se ne contavano 41). Internet, che allora era quasi del tutto inesplorata, si organizzava finalmente in una metafora comprensibile: per arrivare alle pagine si doveva digitare www.geocities.com e il nome della città, senza dimenticare ovviamente il numero civico. La grafica non era granché: era possibile disegnare da soli le pagine e personalizzarle. Le foto c’erano, ma erano piccole. Eppure nel 1999 Geocities era il terzo sito più visitato del mondo, quotato al Nasdaq e venduto per oltre 3,5 miliardi di dollari a Yahoo! in una delle operazioni più clamorose prima che scoppiasse la bolla di Internet. I tempi cambiano La metafora delle città non bastò, non bastò nemmeno introdurre la pubblicità e istituire una serie di amministratori che dovevano prendersi cura delle comunità. Geocities cresceva ma rimaneva in perdita, e intanto il Web scopriva nuove forme di interazione: i gruppi, le chat, i canali di messaggistica vocale. Alla vigilia del terzo millennio arrivarono le connessioni Isdn, e le pagine cominciarono a ospitare animazioni, filmati, musica. Geocities cercò di rinnovarsi, ma erano troppo angusti i limiti di spazio e velocità imposti da Yahoo! e così i residenti cominciarono ad abbandonare le città. Avevano lasciato Netscape per Internet Explorer, Eudora per Outlook; se cercavano qualcosa sul Web non usavano più Altavista e Lycos, ma Google, e se avevano voglia di chattare lo facevano attraverso Messenger e Skype, non più Irc o Icq. La metafora della città fu ripresa da Second Life, ma oggi migliaia di avatar non sono altro che spazzatura digitale. Non c’è più posto per i romantici pionieri di Geocities, sorpassati dal Web 2.0. Piuttosto che armeggiare con il codice delle pagine Web, molti preferiscono aprire un blog, lasciare un messaggio su Twitter, iscriversi a Facebook (cresciuto a danno di Friendster, uno dei primi social network). I nuovi internauti collaborano sui siti wiki anziché scrivere da soli, discutono su FriendFeed e sempre meno sui forum. Non basta un solo interesse a definirne l’identità su internet: la personalità digitale è il luogo dove si intrecciano le mille reti di relazioni in cui si è coinvolti, proprio come nel mondo reale, altro che Parigi per la poesia o Silicon Valley per i patiti della tecnologia. Crollo ad agosto Geocities avrebbe potuto trasformarsi in un concorrente di Facebook o di MySpace (altro sito in calo); ma nel mese di agosto ha avuto meno di 32 milioni di visitatori per oltre 41 milioni di membri: pagine, foto, testi spesso non vengono aggiornati da anni. L’Internet Archive ne sta copiando e catalogando una gran parte, gli altri rimarranno ancora online per qualche giorno a testimoniare la giovinezza di Internet, che dal 26 ottobre sarà finita. Netscape E’ stato il primo Web browser grafico di successo: l’ultima versione è la «9», per la quale non è previsto alcun successore: il 1º marzo 2008, infatti, America on Line, la società che ne detiene i diritti, ha dichiarato la fine del progetto Netscape. Per anni era stato il punto di riferimento per i navigatori, poi ha visto la sua popolarità declinare progressivamente, soprattutto per mancanza di fondi. A eliminarlo dalla scena è stato il suo grande rivale, Microsoft Internet Explorer, che aveva debuttato nel 1993 con la versione 1.0. Altavista E’ il motore di ricerca ideato dalla Digital Equipment Corporation, uno dei primi strumenti veloci della Rete. Lanciato a fine del 1995, ebbe un successo strepitoso dovuto alla velocità di risposta, praticamente immediata. In un solo anno raggiunse così la vetta dei 25 milioni di utenti mensili, superando sia Excite sia Lycos. Il declino inizia quando, con i risultati a pagamento, il motore perde qualità e credibilità agli occhi del pubblico.Nel 2004 diventa proprietà di Yahoo! e a gennaio scompare la sezione video. Second Life Lanciata nel giugno del 2003 dalla società americana Linden Lab, Second Life nasce dalla visione del fondatore, il fisico Philip Rosedale. Gli utenti, rappresentati da avatar, possono comunicare, creare partnership e perfino sposarsi e realizzare progetti o viaggiare e teleportarsi attraverso le isole e le terre che formano il mondo virtuale, i cui dati digitali sono immagazzinati in una griglia di server a San Francisco. Baciato da un successo straordinario, il sito oggi è in crisi. La seconda vita virtuale non ha più l’appeal di un tempo.