Francesco Alberti, Corriere della Sera 11/10/2009, 11 ottobre 2009
DAL NOSTRO INVIATO
SAN PATRIGNANO (Rimini) – «Farsi di siringa, andare a comprare in farmacia ago e insulina e poi bucarsiè considerato da sfigati: nell’immaginario dei ragazzi di oggi il tossico è solo quello che si buca. Più del 60% dei giovani di San Patrignano non si è mai fatto una ’pera’: ma sono cresciuti tra marijuana, ecstasy, alcol, cocaina e psicofarmaci». Sono quelle di sempre le colline che ospitano la comunità antidroga di San Patrignano, 1.500 ragazzi, la più grande d’Europa, con vista sul mare di Rimini. Quello che è mutato in questi anni è il nemico: «Siamo alla droga di massa, nuovo bene di consumo alla portata di ogni tasca: il dramma è che non frega niente a nessuno!» ha denunciato Andrea Muccioli, responsabile di San Patrignano e figlio di Vincenzo, il fondatore. Si è abbassata l’età media dei consumatori (22 anni). Si sono affinate le strategie di marketing dei signori della morte: «Hanno diminuito il livello di tossicità delle droghe pesanti per limitare i rischi di overdose e aumentato quello delle droghe leggere per incrementare la dipendenza».
Ieri c’era folla a San Patrignano, per il primo «Wefree day»: giornata di dibattiti, incontri (presenti 2.000 studenti da tutta Italia, oltre al sindaco di Milano, Letizia Moratti, con il marito Gianmarco, da sempre vicini alla comunità) ed esperienze di volontariato sul tema del disagio giovanile. Libertà la parola chiave: dalla dipendenza della droga. Da brividi lo scenario descritto dal consulente di Sarkozy, Jacques Attali: «Il fatturato dell’economia della droga si aggira sui 3-4 trilioni di dollari e sta soppiantando l’economia legale». Attali ha citato il caso dei trader di Borsa: «Molti lavorano strafatti di cocaina, del tutto separati dalla realtà in cui agiscono». Il ministro del Welfare, Maurizio Sacconi, ha sottolineato che il compito dei governi «è mettere in campo idee contro il nichilismo di cui si alimenta la droga». E il vicepresidente della Colombia, Santos Calderon, per 8 mesi in mano ai narcos, ha parlato di droga e ambiente: «Farsi un grammo di coca è come distruggere 10 metri quadri di foresta».
Francesco Alberti