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 2009  ottobre 11 Domenica calendario

MILANO

Di cancro si guari­sce sempre di più, ma al tempo stesso si muore di più. E molto presto batterà, come prima causa di morte nel nostro Paese, le ma­lattie cardiovascolari. Per ora so­no alla pari nella classifica di inci­denza e letalità. In entrambi i casi, nonostante i continui progressi scientifici nella diagnosi precoce e nella cura, si registra un fallimen­to in chiave di prevenzione. In par­ticolare nei giovani. In particolare per quanto riguarda il fumo. Scrit­te minacciose sui pacchetti, divie­to di fumo nei locali pubblici e sui posti di lavoro, campagne di pre­venzione, vendita di sigarette e al­tro solo ai maggiorenni (con tesse­re elettroniche nei distributori au­tomatici), non sembrano più stra­tegie vincenti. Dopo i primi cali di fumatori, da qualche anno, e in tutto il mondo, i giovani stanno rialzando le vendite: di tabacco trinciato più che di sigarette. Per­ché costa meno, la sigaretta «fai da te», ed è alla moda. E le giovani fumatrici sorpassano in percentua­le i neofiti maschietti. Pochi anni fa era il contrario.

I messaggi promozionali, quin­di, sembrano avere la meglio su quelli preventivi. Carmelo Iacono, presidente eletto dell’Aiom (Asso­ciazione italiana di oncologia me­dica), non va fiero del trend nega­tivo per i tumori: «Colpa di alcuni fattori ambientali che hanno favo­rito l’insorgenza della malattia e di alcuni stili di vita più deleteri di quanto non si creda. In testa a tut­ti, appunto, il fumo: abitudine dif­fusa e dannosa, che semplicemen­te ’fa malissimo’. C’è stato un peri­odo nel quale i giovani avevano ca­pito: alcune generazioni non han­no fumato. Ora fumano di nuovo tutti, per mancanza di stimoli e motivazioni».

Ma anche per ignoranza in chia­ve preventiva. Dei tumori in pri­mis. Un italiano su due, o non sa che cosa fare o non intende mette­re in atto stili di vita e menù anti­cancro e salvacuore. Questo, nono­stante più di sei persone su dieci non ritengano più il cancro «un male incurabile». I numeri sono freschi di analisi. Arrivano da un’indagine commissionata dal­l’Aiom, che ha aperto ieri il Con­gresso nazionale a Milano. «Oggi il tumore fa meno paura, ma gli italiani si impegnano ancora trop­po poco per tenerlo lontano – af­ferma Francesco Boccardo, attuale presidente Aiom ”. E non vi è consapevolezza sui fattori di ri­schio ». Sono sottostimate in parti­colare l’importanza di praticare at­tività fisica (segnalata solo dal 15%) e di una corretta alimentazio­ne. Al contrario, voci come l’inqui­namento vengono ritenute rile­vanti nel provocare il tumore da un 59% degli 800 italiani intervi­stati a Roma e a Milano, fuori dai centri commerciali, lo scorso set­tembre.

I dati sul ricorso alla diagnosi precoce e sull’adesione agli scree­ning confermano come nel nostro Paese serva più educazione. «Sia­mo riusciti a trasmettere con suc­cesso un messaggio di fiducia nel­le terapie – dice Marco Venturi­ni, segretario nazionale Aiom ”. Dopo solo 5 anni dall’approvazio­ne di bevacizumab , il primo tratta­mento anti-angiogenesi approva­to dalla Fda (l’agenzia per i farma­ci americana) per il cancro del co­lon- retto, si è confermata la stra­da vincente dei farmaci biologici. Ora dobbiamo impegnarci, come società scientifica, per educare al­la prevenzione».

Attualmente sono oltre 900 le molecole bio o intelligenti allo stu­dio. Per lo più hanno come bersa­glio i neo vasi sanguigni creati dal tumore (angiogenesi): bloccati lo­ro, ucciso il tumore. In sperimen­tazione anche nuovi metodi di dia­gnosi precoce. Il ComfortScan del seno è uno di questi: misura i neo vasi sanguigni tumorali. Usa una frequenza della luce rossa abbina­ta alla pressione di una membra­na al silicone. Nessuna radiazione nociva. «E’ ideale nelle giovani donne, in quelle ad alto rischio (fa­miliarità e predisposizione geneti­ca), con i seni densi, per controlla­re le cure (chemioterapia, anti-an­giogenesi, e così via)», spiega Vi­viana Frattini, chirurga oncologa milanese. In Italia ha la più alta ca­sistica nella sperimentazione: cir­ca mille donne seguite con lo scan­ner a led rossi.

Mario Pappagallo