Vittorio Sabadin, La Stampa 11/10/2009, 11 ottobre 2009
Il Times di Londra, che appartiene a Rupert Murdoch, pensa di avere trovato la via per superare la crisi economica
Il Times di Londra, che appartiene a Rupert Murdoch, pensa di avere trovato la via per superare la crisi economica. Se le copie calano e la pubblicità latita, c’è comunque un valore che resta inalterato: la credibilità e la qualità che la testata ha conquistato in 224 anni di storia. Nella sede di Wapping, vicino al Tamigi, hanno pensato che la forza del loro marchio era così elevata da consentire di usarlo anche per scopi diversi dallo stampare carta. In fondo, anche le grandi case di moda hanno cominciato con i vestiti e poi, nel corso del tempo, sono via via passate a produrre scarpe, borse, cinture, profumi, rossetti e persino ad aprire alberghi e ristoranti. Il Times offrirà dunque ai propri lettori la possibilità di entrare a fare parte di un club, «The Times +», i cui soci (pagando l’equivalente di circa 60 euro di iscrizione all’anno, la metà per gli abbonati) godranno di numerosi vantaggi. Potranno avere biglietti per i trasporti a metà prezzo, partecipare a viaggi culturali o turistici organizzati direttamente dal quotidiano, potranno incontrare i giornalisti in particolari occasioni, beneficiare di sconti e di trattamenti di favore. La ricerca del maggior numero possibile di lettori lascia dunque il posto a iniziative che premiano la lealtà di quelli che rimangono, soddisfacendo le loro passioni e i loro interessi. Funzionerà? Sì, ha scritto il Guardian nell’annunciare iniziative analoghe, ma solo fino a quando i giornali riusciranno a mantenere inalterata la qualità del loro marchio.