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 2009  ottobre 10 Sabato calendario

I suoi 85 anni li porta benissimo, una faccia intensa, occhi vispi, sorridenti e una bocca appena accennata che in mezzo secolo di carriera ad altissimi livelli ha cantato brani indimenticabili

I suoi 85 anni li porta benissimo, una faccia intensa, occhi vispi, sorridenti e una bocca appena accennata che in mezzo secolo di carriera ad altissimi livelli ha cantato brani indimenticabili. Charles Aznavour, dopo 26 anni di assenza dall’Italia, ha deciso di tornare, debutto il 30 ottobre al Teatro Regio di Parma. «E’ vero - ammette - sono passati tanti anni. Oltre a cantare e a recitare (60 ruoli in altrettanti film) sono Ambasciatore per l’Armenia presso l’Unesco e in Svizzera; un gran lavoro. Ma il mio legame con il vostro paese è forte e sincero; pensate che quando sono qui incontro persone convinte che le mie radici siano italiane». Invece Shahnour Vaghinagh Aznavourian, il vero nome, è nato a Parigi da genitori armeni e già a nove anni debuttava su un palcoscenico a Montmartre dimostrando di avere il genio dello spettacolo. La voce garrula con quella specie di «rospo in gola» (i francesi lo chiamano «grenouille») diventato il suo marchio di fabbrica, gli è venuta a nove anni. «In tempo di guerra consegnavo i giornali nelle edicole lungo la Senna; vivevo in bicicletta tutto l’anno e d’inverno a Parigi fa un gran freddo. La gola ne ha patito più del fisico ma alla fine è stata la mia fortuna». Nei prossimi spettacoli non mancheranno canzoni in italiano (hanno scritto per lui Bardotti, Calabrese e Mogol) anche se per la verità Charles canta in sei lingue e si potrebbe sbizzarrire. L’artista ha assicurato che in scaletta ha inserito dai sei agli otto pezzi nella nostra lingua, una in spagnolo, una inglese e il resto in francese. Naturalmente sono previsti tutti i grandi classici da Com’è triste Venezia, La Bohème, L’Istrione nata con il titolo di Le cabotin e tradotta in italiano da Calabrese. Lo scorso 5 dicembre è stato pubblicato in Italia Duos con una compilation dei suoi successi più famosi, La Bohème, Hier Encore e altri hits registrati in duetto con grandi artisti di tutto il mondo come Paul Anka, Céline Dion, Placido Domingo, Brian Ferry, Johnny Halliday, Julio Iglesias, Elton John, Carole King, Dean Martin, Liza Minnelli, la nostra Laura Pausini, Edith Piaf, Frank Sinatra e Sting. Come pochi colleghi ha saputo sempre affiancare grandi brani d’amore a testi più impegnati: «Non capisco perché si canta solo per dire ”ti amo” - ha commentato - mentre la questione dell’amore è senza limiti e se ne possono dire anche cose terribili. Sui fatti sociali, invece, ho sempre voluto giocare con le parole e lanciare dei messaggi, stando attento a non offendere alcuno». Anche Silvio Berlusconi è un fan di Aznavour e ne interpreta volentieri le canzoni: «Conoscevo bene Berlusconi prima che entrasse in politica - dice l’artista - e so che ama i miei pezzi ma non giudico il suo operato pubblico. Qualche tempo fa sono stato a casa sua dove ho visto dei bellissimi quadri; una volta mi ha spedito anche duecento bottiglie di un vino che produce in una sua tenuta. Mi pare si chiami Terrarossa. Come può starmi antipatico? Politicamente però non voglio dire nulla». Stampa Articolo