Alessando Barbera, La Stampa 10/10/2009, 10 ottobre 2009
Raccontano i presenti che il premier, spossato dalle riunioni e dalla tensione di questi giorni sul lodo Alfano, ad un certo punto, annoiato, si sarebbe fatto vincere dalla stanchezza chiudendo gli occhi varie volte
Raccontano i presenti che il premier, spossato dalle riunioni e dalla tensione di questi giorni sul lodo Alfano, ad un certo punto, annoiato, si sarebbe fatto vincere dalla stanchezza chiudendo gli occhi varie volte. Segno che se scontro c’è stato, non deve essere stato poi così drammatico. Fatto è che, nonostante due note di smentita (Tesoro e Palazzo Chigi), ieri mattina, durante il Consiglio dei ministri, per una buona oretta la discussione è stata piuttosto animata. Oggetto del contendere il progetto da tempo caro a Giulio Tremonti di costituzione della Banca del Sud. In linea di principio nessuno nel governo è contrario. Scartate altre soluzioni, l’idea di mettere in «franchising» la rete delle banche di credito cooperativo appare a tutti la più percorribile. Quello che ad alcuni non è andato giù, è quello che a microfoni spenti definiscono «il modo» in cui Tremonti avrebbe presentato la proposta. «Abbiamo una bozza, dobbiamo solo decidere se debba essere una iniziativa del governo o parlamentare», esordisce il ministro. Mentre Tremonti parla, Raffaele Fitto lo interrompe infastidito: «Di quale progetto parli? Hai un testo da sottoporre alla nostra attenzione?» Quali che fossero le intenzioni, più d’un collega riferirà di aver capito che il collega dell’Economia intendeva ottenere un sì a scatola chiusa. L’ipotesi ha allarmato per almeno due motivi: da un lato il timore di saltare così la discussione sul «piano per il Mezzogiorno» e delle risorse ad esso destinare. Dall’altra, i ministri più sensibili alle ragioni delle grandi banche, vogliono evitare iniziative che appaiano a loro ostili. Chiedono la parola in molti: da Brunetta a La Russa, e poi Alfano, Scajola, Prestigiacomo. In realtà solo quest’ultima, insieme a Fitto, si mostra irritata. Quasi tutti ripetono però lo stesso refrain: la necessità di un «piano organico» che tenga insieme il progetto della Banca e il rilancio del Sud. Ridestatosi dalla noia, il premier chiude la polemica rinviando tutto «alla prossima riunione». «Spiace deludere chi inventa polemiche», scriverà la nota del Tesoro. «Nessuna blitz, e di conseguenza nessuno stop. Oggi abbiamo chiesto l’avvio della discussione sulla Banca del Sud, il cui progetto è stato depositato all’ufficio legislativo di Palazzo Chigi. Questo istituto di diritto privato non può essere confuso con strumenti di diritto pubblico noti come piano per il Sud». «I due temi non sono scindibili», ripeterà Fitto da Torino. Del resto, molti ministri non hanno ancora digerito la nuova Finanziaria «rigorista» e l’impossibilità di chiedere nuovi fondi per i rispettivi dicasteri. Il piano per il Sud è l’imperdibile occasione per tornare a battere cassa.