Folco Portinari, prefazione a Ferdinando Petruccelli della Gattina, I moribondi di Palazzo Carignano, Rizzoli 1982, 10 ottobre 2009
Per la legge elettorale ancora in vigore nel 1861 per avere diritto al voto bisognava: «I) essere cittadini di Regno II) essere giunto all’età di 25 anni compiuti nel giorno dell’elezione; III) saper leggere e scrivere; IV pagare un annuo censo di lire 40 nuove di Piemonte;» Per essere eletti al primo scrutinio era necessario «riunire in suo favore più del terzo delle voci del total numero dei membri componenti il collegio, e più della metà dei suffragi dati dai votanti presenti all’adunanza»
Per la legge elettorale ancora in vigore nel 1861 per avere diritto al voto bisognava: «I) essere cittadini di Regno II) essere giunto all’età di 25 anni compiuti nel giorno dell’elezione; III) saper leggere e scrivere; IV pagare un annuo censo di lire 40 nuove di Piemonte;» Per essere eletti al primo scrutinio era necessario «riunire in suo favore più del terzo delle voci del total numero dei membri componenti il collegio, e più della metà dei suffragi dati dai votanti presenti all’adunanza». In caso contrario si ricorreva ai ballottaggi tra i primi due. Il Senato era di nomina regia e fondato su censo e fama. Elettori potenziali dell’VIII legislatura: 418.696 (meno del 2% della popolazione). Alle votazioni del 27 gennaio si presentarono in 239.583, 57,2% degli aventi diritto. «Nonostante ciò, in quella tornata uscì un’opposizione (tra sinistra e centro-sinistra) di un’ottantina di deputati sui 443 del totale»